Warren Buffett passa il testimone a Greg Abel: la fine di un’era, l’inizio di un nuovo capitolo per Berkshire Hathaway

Greg Abel Nuovo CEO di Berkshire Hathaway: Cosa Cambia per l’Impero di Warren Buffett

Omaha, Nebraska, 3 maggio 2025 – Immaginate un ragazzo di 94 anni che, con un sorriso sornione e una Coca-Cola in mano, annuncia al mondo che è pronto a passare il timone della sua creatura, un colosso da oltre 1.000 miliardi di dollari, a un successore che ha scelto con cura. Quel ragazzo è Warren Buffett, l’Oracolo di Omaha, e oggi, durante l’assemblea annuale di Berkshire Hathaway, ha confermato che Greg Abel diventerà CEO alla fine del 2025. È la notizia che tutti aspettavano, ma che nessuno voleva davvero sentire. Buffett, dopotutto, non è solo un investitore: è una leggenda vivente, un simbolo di saggezza finanziaria e di un approccio al denaro che ha ispirato generazioni. Ma niente paura, perché la storia di Berkshire Hathaway è lungi dall’essere finita. Anzi, sembra pronta per un nuovo, entusiasmante capitolo. Preparatevi una tazza di caffè (o una Coca-Cola, in onore di Warren), perché stiamo per ripercorrere la straordinaria avventura di questa azienda, dal suo inizio come fabbrica di tessuti in declino fino al gigante diversificato di oggi, con un occhio al futuro sotto la guida di Abel.

Le origini: da un fallimento tessile a una macchina da soldi

La storia di Berkshire Hathaway inizia in un’epoca lontana, quando Warren Buffett non era ancora l’Oracolo, ma un giovane investitore con un fiuto per gli affari e una passione per i numeri. Era il 1965, e Berkshire Hathaway era una compagnia tessile del New England in difficoltà, con stabilimenti che arrancavano e un futuro incerto. Buffett, allora 35enne, acquistò una partecipazione significativa nell’azienda, vedendo un’opportunità nei suoi asset sottovalutati. Ma, come lui stesso ha ammesso in seguito, fu uno dei suoi peggiori investimenti. Il settore tessile era un disastro, e l’azienda perdeva soldi a palate.

Eppure, invece di arrendersi, Buffett trasformò quel fallimento in un trampolino di lancio. Decise di usare Berkshire come un veicolo per investire in altre aziende, sfruttando i flussi di cassa per acquisire partecipazioni in settori più promettenti. La svolta arrivò con l’acquisto di partecipazioni in compagnie assicurative, come National Indemnity nel 1967. Le assicurazioni, con i loro premi pagati in anticipo, fornivano a Buffett una fonte costante di “float” – denaro che poteva investire prima di dover pagare eventuali sinistri. Questo modello divenne il cuore pulsante di Berkshire, una macchina finanziaria che generava capitale per investimenti sempre più audaci.

Gli anni d’oro: costruire un impero con Coca-Cola e See’s Candies

Negli anni ’70 e ’80, Buffett affinò la sua filosofia di investimento, influenzato dal suo mentore Benjamin Graham e dal socio Charlie Munger, scomparso nel 2023 ma sempre presente nello spirito di Berkshire. La strategia era semplice ma geniale: comprare aziende straordinarie a prezzi ragionevoli e tenerle per sempre. Niente speculazioni, niente mode passeggere. Solo valore solido, come un buon paio di jeans che dura una vita.

Tra gli acquisti iconici di questo periodo ci sono See’s Candies, comprata nel 1972 per 25 milioni di dollari, e una partecipazione significativa in Coca-Cola, iniziata nel 1988. See’s Candies, una catena di cioccolaterie californiana, insegnò a Buffett il potere dei marchi amati e dei margini elevati. Ancora oggi, See’s genera profitti che fanno sorridere gli azionisti (e probabilmente anche i dentisti). Coca-Cola, invece, divenne uno dei pilastri del portafoglio di Berkshire, con un rendimento annuo del 63% rispetto al costo iniziale, grazie ai dividendi. Ogni volta che Buffett sorseggia una Coca-Cola, non è solo una preferenza personale: è un promemoria del suo genio finanziario.

In questo periodo, Berkshire si trasformò da una holding di partecipazioni azionarie a un conglomerato che possedeva aziende intere, come GEICO (acquistata interamente nel 1996 dopo anni di partecipazione) e Burlington Northern Santa Fe (BNSF), una delle più grandi ferrovie d’America, comprata nel 2010 per 44 miliardi di dollari. Buffett amava chiamare queste aziende le “quattro gemme” di Berkshire, insieme alla divisione assicurativa e a Berkshire Hathaway Energy, oggi guidata proprio da Greg Abel.

Il Buffett degli anni 2000: affrontare crisi e costruire leggende

Gli anni 2000 portarono nuove sfide, ma anche opportunità per consolidare la reputazione di Buffett come investitore senza pari. Durante la crisi finanziaria del 2008, mentre Wall Street tremava, Buffett fece mosse audaci, come investire 5 miliardi di dollari in Goldman Sachs con un accordo che gli garantì un rendimento del 10% annuo. Fu un colpo da maestro che non solo salvò Goldman, ma dimostrò al mondo che Berkshire era una roccia in tempi di tempesta.

Nel frattempo, il portafoglio di Berkshire continuava a crescere. Apple, entrata nel 2016, divenne la partecipazione più grande, anche se Buffett ha recentemente ridotto la quota, vendendo circa due terzi per accumulare una riserva di cassa record di 347 miliardi di dollari al 31 marzo 2025. Questa mossa ha fatto storcere il naso a qualcuno, ma Buffett ha sempre predicato la pazienza: il denaro in cassa è come un’arma carica, pronta a sparare quando si presenta l’occasione giusta.

Buffett non era solo un investitore, ma anche un narratore. Le sue lettere annuali agli azionisti, scritte con un mix di umorismo e saggezza, sono diventate una bibbia per gli investitori di tutto il mondo. Frasi come “Sii avido quando gli altri hanno paura, e pauroso quando gli altri sono avidi” sono entrate nel lessico finanziario. E ogni anno, l’assemblea di Berkshire a Omaha, soprannominata la “Woodstock del Capitalismo”, attirava decine di migliaia di persone desiderose di ascoltare l’Oracolo in persona.

L’elefante nella stanza: la successione

Con l’avanzare dell’età, la domanda su chi avrebbe preso il posto di Buffett è diventata inevitabile. Per anni, il mistero ha alimentato speculazioni. Sarebbe stato Ajit Jain, il mago delle assicurazioni? O forse uno dei gestori di portafoglio come Todd Combs o Ted Weschler? Nel 2021, Buffett mise fine alle chiacchiere, confermando che Greg Abel, allora vice presidente delle operazioni non assicurative, sarebbe stato il suo successore.

Abel, 62 anni, canadese, è un nome che potrebbe non far scattare subito un “wow” come quello di Buffett, ma il suo curriculum parla da solo. Entrato in Berkshire nel 2000 con l’acquisizione di MidAmerican Energy (oggi Berkshire Hathaway Energy), Abel ha trasformato la divisione energetica in un colosso che genera, trasmette e distribuisce energia in tutto il Nord America. Ha gestito acquisizioni complesse, come quella di PacifiCorp per 9,4 miliardi di dollari, e ha dimostrato una capacità rara: capire i numeri e le persone. Charlie Munger, che non era certo prodigo di complimenti, lo definì “un pensatore di prima classe”.

Ma perché Abel? Buffett lo ha scelto per la sua integrità, la sua competenza e la sua fedeltà alla cultura di Berkshire: autonomia per i manager, attenzione al lungo termine e un’ossessione per il valore. Abel non è un clone di Buffett – non ha la stessa verve da showman – ma è un pragmatico che sa prendere decisioni difficili. E, cosa fondamentale, ha l’approvazione del consiglio di amministrazione, che lo vede già come un “CEO in azione”.

3 maggio 2025: l’annuncio che cambia tutto

Oggi, durante l’assemblea annuale al CHI Health Center di Omaha, Buffett ha fatto l’annuncio che tutti temevano e attendevano. Con Abel seduto accanto a lui, ha dichiarato: “Penso che sia arrivato il momento in cui Greg dovrebbe diventare CEO alla fine dell’anno”. La sala è ammutolita per un istante, poi è esplosa in un applauso. Buffett, con il suo tipico umorismo, ha aggiunto: “Non ho intenzione di vendere nemmeno una azione di Berkshire. Le lascerò in eredità, ma per ora, credo che Greg farà un lavoro migliore del mio”.

La notizia ha colto di sorpresa anche Abel, che, secondo quanto riportato, non aveva ricevuto alcun preavviso. Ma la transizione non sarà un salto nel vuoto. Abel è già profondamente coinvolto nelle decisioni strategiche, dalla gestione del capitale all’analisi delle acquisizioni. Buffett ha anche annunciato che domani, 4 maggio, proporrà formalmente al consiglio di nominare Abel CEO a partire dal 1° gennaio 2026.

L’annuncio segna la fine di un’era durata 60 anni, in cui Buffett ha trasformato una piccola azienda tessile in un conglomerato che spazia dalle assicurazioni alle ferrovie, dall’energia ai dolciumi. Ma è anche un momento di riflessione sul futuro. Riuscirà Abel a mantenere la magia di Berkshire? E quali sfide lo attendono?

Il futuro con Greg Abel: cosa aspettarsi

Greg Abel eredita un’azienda in ottima salute, ma anche un compito titanico: succedere a una leggenda. Berkshire Hathaway oggi vale oltre 1.000 miliardi di dollari, con un portafoglio diversificato che include giganti come Apple, American Express e Coca-Cola, oltre a dozzine di aziende interamente possedute. La riserva di cassa di 347 miliardi di dollari offre flessibilità per grandi acquisizioni, ma il mercato è competitivo, e le opportunità di valore sono rare.

Una delle priorità di Abel sarà l’allocazione del capitale. Buffett ha sempre detto che il suo lavoro principale è decidere dove investire i profitti di Berkshire, e Abel sembra pronto a seguire questa strada. Ha già esperienza in grandi operazioni, come l’acquisizione di Dominion Energy nel 2020, e ha dimostrato di saper gestire aziende complesse in settori regolamentati. Tuttavia, alcuni investitori si chiedono se Abel abbia lo stesso fiuto di Buffett per gli investimenti azionari. Buffett stesso ha cercato di placare i dubbi, dicendo che Abel “capisce le aziende estremamente bene” e avrà l’ultima parola sugli investimenti.

Un’altra sfida sarà mantenere la cultura di Berkshire, che si basa su fiducia, autonomia e un approccio di lungo termine. Abel ha promesso di seguire la “filosofia di Buffett”, dando priorità a investimenti che guardano al futuro e a una gestione prudente dei rischi. Ma il mondo è cambiato: la tecnologia, le regolamentazioni e le aspettative degli investitori sono diverse rispetto a quando Buffett iniziò. Abel dovrà navigare in un panorama più complesso, con pressioni per adottare strategie più moderne, come l’investimento in startup tecnologiche o l’adozione di criteri ESG (ambientali, sociali e di governance).

Lezioni per il risparmiatore: cosa possiamo imparare da Buffett

Per chi si occupa di finanza personale, la storia di Buffett e Berkshire Hathaway è una miniera di lezioni preziose. Ecco alcune perle di saggezza che possiamo portare a casa:

  1. Pensa a lungo termine: Buffett non ha mai inseguito guadagni rapidi. Ha comprato aziende e azioni con l’intenzione di tenerle per decenni. Per il risparmiatore medio, questo significa investire in fondi indicizzati o azioni di qualità e resistere alla tentazione di vendere al primo ribasso.
  2. La pazienza è una virtù: La riserva di cassa di Berkshire è un esempio di come aspettare l’occasione giusta possa ripagare. Non abbiate fretta di investire tutto subito; tenete sempre un po’ di liquidità per cogliere opportunità.
  3. Conosci ciò che compri: Buffett investe solo in aziende che capisce. Per noi, questo significa studiare i fondi o le azioni in cui investiamo, evitando mode come le criptovalute se non ne comprendiamo il funzionamento.
  4. Sii frugale, ma generoso: Buffett vive in una casa modesta comprata nel 1958 e dona miliardi alla filantropia. Risparmiare non significa privarsi di tutto, ma trovare un equilibrio che permetta di vivere bene e aiutare gli altri.
  5. Impara dai maestri: Le lettere di Buffett sono disponibili gratuitamente sul sito di Berkshire. Leggerle è come frequentare un master in finanza, senza spendere un centesimo.

Un addio che non è un addio

Mentre il sole tramonta sull’era di Warren Buffett, è difficile non provare un mix di nostalgia e ammirazione. Buffett non è solo un investitore; è un insegnante, un filosofo e un esempio di come il successo possa essere costruito con integrità e intelligenza. La sua decisione di passare il testimone a Greg Abel non è una ritirata, ma un atto di fiducia: fiducia in Abel, fiducia in Berkshire e fiducia in un futuro che, come ha detto lui stesso, “sarà migliore sotto la gestione di Greg”.

Domani, quando questo articolo uscirà, il mondo finanziario starà ancora digerendo la notizia. Ma una cosa è certa: Berkshire Hathaway non è solo un’azienda, è un’eredità. E con Abel al timone, sembra pronta a continuare a sorprendere, proprio come ha fatto per 60 anni sotto la guida dell’Oracolo di Omaha.

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