Categoria: ETF

Comprare Casa o Comprare REITs?

REITs e i Loro ETF: Il Mondo dell’Immobiliare in Borsa

Se hai mai pensato che investire in immobili fosse roba per chi ha un conto in banca da capogiro o una voglia matta di fare il landlord, è ora di aggiornarti. I REITs (Real Estate Investment Trusts) e i loro ETF sono la via per entrare nel mondo dell’immobiliare… senza dover comprare nemmeno un mattone!

Cosa Sono i REITs?

Partiamo dal basics: i REITs sono società che possiedono, gestiscono o finanziano immobili che generano reddito, come centri commerciali, uffici, hotel, case in affitto o addirittura data center. In poche parole, comprano e affittano immobili (o li finanziano), e poi condividono i ricavi con gli investitori sotto forma di dividendi.

La cosa interessante? Per legge, devono distribuire almeno il 90% degli utili sotto forma di dividendi. Tradotto: se un REIT guadagna bene, anche tu che ci investi potresti ricevere una bella fetta del bottino.

E gli ETF sui REITs?

Ora, invece di scegliere un singolo REIT (che può essere complicato e rischioso), puoi optare per un ETF sui REITs. Cos’è un ETF? È un “pacchetto” che ti permette di investire in un intero paniere di REITs in una sola mossa, diversificando il tuo investimento.

Per esempio, un ETF sui REITs può includere società che operano in diversi settori immobiliari: dagli uffici ai magazzini, dagli hotel alle cliniche mediche. Così, se un settore ha un brutto periodo (tipo il retail durante la pandemia), altri potrebbero bilanciare il risultato.

Indici Famosi e Cosa Tracciano

Gli ETF sui REITs di solito seguono indici famosi come il FTSE EPRA/NAREIT Global Real Estate Index o il MSCI US REIT Index. Questi indici non sono altro che “liste” di REITs selezionati in base a certi criteri (dimensione, performance, liquidità). Gli ETF che li replicano permettono di investire in centinaia di società sparse per il mondo o focalizzate su mercati specifici, come Stati Uniti, Europa o Asia.

Vantaggi e Cose da Tenere a Mente

I REITs (e i relativi ETF) possono essere interessanti per diversi motivi. Offrono una forma di investimento nell’immobiliare senza le complicazioni legate alla gestione diretta di un immobile. Inoltre, essendo quotati in borsa, sono liquidi: puoi comprarli e venderli come qualsiasi azione.

Detto questo, non è tutto oro quel che luccica. I REITs sono sensibili ai tassi di interesse: quando i tassi salgono, il loro valore potrebbe calare perché diventano meno appetibili rispetto ad altre opzioni, come le obbligazioni. E anche il settore immobiliare stesso può essere volatile, quindi niente certezze.

Il Lato Smart dell’Investire

Insomma, i REITs e i loro ETF non ti trasformano in un magnate dell’immobiliare da un giorno all’altro, ma aprono una porta interessante sul mondo degli investimenti legati ai mattoni. L’aspetto migliore? Puoi partecipare al mercato immobiliare senza dover per forza parlare con un agente immobiliare o scegliere le tende per l’inquilino.

Ma come per ogni investimento, la parola chiave è sempre informarsi. Non basta il fascino dei dividendi per prendere una decisione. E ricorda: i REITs sono un mezzo per diversificare il tuo portafoglio, non un biglietto per diventare ricco da un giorno all’altro.

Dai TIPS Canadesi a SPY: La Nascita degli ETF e la Rivoluzione degli Investimenti

La Nascita degli ETF: Un Salto Nella Storia degli Investimenti

Il mondo degli investimenti, fino agli anni ’90, era un territorio riservato a chi aveva tempo, competenze e risorse per gestire portafogli complessi. Poi, un’idea innovativa cambiò per sempre il panorama: l’introduzione degli ETF (Exchange-Traded Funds). Ma come sono nati esattamente? E perché il loro debutto ha segnato un punto di svolta nella finanza moderna? In questo articolo esploriamo le origini degli ETF, con un focus sul primo ETF della storia e il leggendario SPY, il pioniere degli ETF sull’S&P 500.

Le Origini degli ETF: Il Canada apre le danze

Gli ETF hanno fatto la loro prima comparsa non negli Stati Uniti, come si potrebbe pensare, ma in Canada. Nel 1990, il Toronto Stock Exchange (TSX) lanciò il primo ETF al mondo: i Toronto Index Participation Shares (TIPS). Questo strumento replicava la performance del TSX 35, un indice che seguiva le 35 maggiori società canadesi.

Nonostante l’innovazione, il successo iniziale dei TIPS fu modesto. Il concetto era rivoluzionario, ma gli investitori non erano ancora pronti a un cambio di paradigma così radicale. Tuttavia, l’esperimento canadese dimostrò che era possibile creare un prodotto negoziabile in borsa che replicasse un indice.

1993: Gli Stati Uniti Sperimentano il Cambiamento con SPY

L’anno cruciale per la storia degli ETF fu il 1993, quando l’American Stock Exchange (AMEX) introdusse il primo ETF negli Stati Uniti: lo SPDR S&P 500 ETF Trust (SPY), soprannominato “Spider”. Questo strumento tracciava la performance dell’indice S&P 500, un benchmark che rappresenta le 500 maggiori aziende americane.

La nascita dello SPY fu tutt’altro che casuale. Negli anni ‘80, un gruppo di esperti finanziari e regolatori iniziò a immaginare uno strumento che potesse offrire agli investitori retail un accesso diretto e conveniente ai mercati. L’idea trovò terreno fertile in un contesto in cui gli investitori cercavano alternative ai fondi comuni tradizionali, caratterizzati da commissioni elevate e poca flessibilità.

Lo SPY fu progettato da una collaborazione tra la Boston Stock Exchange, lo State Street Global Advisors (SSGA) e la società McGraw-Hill, che possedeva i diritti sull’indice S&P 500. Con un costo di gestione inizialmente molto basso rispetto ai fondi comuni, lo SPY attirò rapidamente l’attenzione di investitori istituzionali e retail.

L’Influenza di SPY sul Mercato Finanziario

Il lancio dello SPY non solo fu un successo commerciale, ma segnò anche l’inizio di una nuova era per gli investimenti. Alcuni aspetti chiave del suo impatto includono:

  1. Accessibilità Democratizzata: Per la prima volta, gli investitori di ogni livello potevano ottenere esposizione alle 500 principali aziende statunitensi con un’unica operazione.
  2. Efficienza dei Costi: Con un costo di gestione iniziale estremamente competitivo, lo SPY dimostrò che era possibile investire in modo economico senza sacrificare la diversificazione.
  3. Volume e Liquidità: Lo SPY divenne rapidamente uno degli strumenti più scambiati al mondo, garantendo agli investitori un’elevata liquidità.

Ad oggi, lo SPY rimane uno degli ETF più grandi e popolari al mondo, con asset sotto gestione che superano i 400 miliardi di dollari.

Un Cambiamento Culturale

Il successo dello SPY fu anche culturale. Gli ETF iniziarono a sfidare il predominio dei fondi comuni, offrendo agli investitori una maggiore flessibilità e trasparenza. Negli anni successivi, il modello ETF fu adottato da altre società, portando alla creazione di ETF tematici, settoriali e internazionali.

Gli ETF Oggi: Dalla Visione alla Rivoluzione

Oggi, il mercato degli ETF è uno dei segmenti più dinamici della finanza. Con migliaia di ETF disponibili, che coprono tutto, dagli indici azionari globali alle criptovalute, lo strumento nato con lo SPY ha dimostrato di essere incredibilmente adattabile.

L’introduzione degli ETF, iniziata con i TIPS canadesi e perfezionata dallo SPY negli Stati Uniti, ha trasformato il mondo degli investimenti. Non si tratta solo di uno strumento finanziario; gli ETF rappresentano un’idea rivoluzionaria che ha reso l’investimento più accessibile, trasparente e flessibile per tutti.

Quando oggi guardiamo i nostri portafogli e vediamo strumenti come l’SPY o altri ETF, stiamo vedendo il frutto di decenni di innovazione. Il viaggio iniziato negli anni ’90 non si è mai fermato, e il futuro degli ETF promette di essere ancora più entusiasmante.

Atlas America Fund: l’ETF di Roubini per affrontare l’incertezza dei mercati 

Perché l’ETF di Roubini è diverso da tutti gli altri

L’ultima volta che Nouriel Roubini ha fatto parlare di sé, era per avvertirci di una crisi globale. Ora, invece, è tornato con una proposta concreta: un ETF. Esatto, “Dr. Doom” ha creato l’Atlas America Fund (USAF), un fondo progettato per affrontare le sfide di un’economia sempre più instabile.

Questo ETF si distingue dagli altri. Non troverai azioni tecnologiche o titoli speculativi al suo interno. È un fondo pensato per proteggere il capitale, per chi guarda al lungo termine e vuole evitare le montagne russe dei mercati.

Quando analizzi la sua composizione, emergono scelte precise e calcolate. La maggior parte del portafoglio è investita in titoli del Tesoro USA a breve termine, una scelta che garantisce sicurezza e liquidità. Poi c’è l’oro, il classico bene rifugio che tende a mantenere il suo valore anche nei momenti di crisi. Non mancano gli investimenti immobiliari attraverso REITs, che offrono esposizione al mercato immobiliare senza dover gestire fisicamente una proprietà. Infine, una porzione è dedicata alle commodity agricole, strumenti utili per proteggersi dall’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità, e una piccola parte viene mantenuta in liquidità, pronta per essere utilizzata in caso di opportunità improvvise.

Molti ETF seguono le mode del momento, puntando su settori come la tecnologia o le criptovalute. Roubini, invece, ha costruito qualcosa di diverso: un portafoglio che non scommette sul futuro, ma si prepara a difendersi dai rischi. È un fondo che sembra dire: “Non si tratta di fare il colpo grosso, ma di proteggere ciò che hai.”

Durante la presentazione del fondo, Roubini ha ribadito i suoi soliti avvertimenti. Inflazione, crisi geopolitiche e mercati instabili sono solo alcune delle minacce che incombono. Il messaggio è chiaro: viviamo in tempi incerti, e per affrontarli serve un portafoglio resiliente.

L’Atlas America Fund non è per tutti. Non è il fondo giusto se cerchi rendimenti stratosferici nel breve termine. Ma se sei un investitore che dà valore alla stabilità, che vuole proteggere il capitale senza inseguire guadagni facili, questo ETF potrebbe essere perfetto per te.

Viviamo in un’epoca in cui molti si lasciano guidare dal FOMO (Fear of Missing Out), inseguendo titoli o strumenti finanziari nella speranza di moltiplicare i propri soldi rapidamente. Ma Roubini ci ricorda che a volte, vincere significa non perdere . Questo ETF è chiaramente pensato solo per il mercato non europeo, quindi non è per la maggior parte di noi. Sarebbe interessante sapere se prima o poi lo faranno in versione UCITS, ma onestamente non lo sto aspettando come si aspetta una finale di Champions. Ci sono ETF non armonizzati che mi allettano di più, tipo l’RPAR di Alex Shahidi, che secondo me è più bilanciato e decisamente più interessante. Tra l’altro, Alex ha scritto un libro, Risk Parity, che vi consiglio: lo trovate QUI!

ETF FIGHT : SPDR ACWI IMI vs VANGUARD FTSE ALL WORLD

ETF Fight: SPDR ACWI IMI vs. Vanguard FTSE All-World (VWCE)
Qual è il miglior ETF globale per gli investitori europei?

Nel mercato europeo degli ETF, due giganti si contendono il titolo di miglior scelta per un’esposizione globale: SPDR MSCI ACWI IMI e Vanguard FTSE All-World (VWCE). Entrambi sono ottime opzioni per diversificare il portafoglio a livello mondiale, ma hanno caratteristiche leggermente diverse. Quale scegliere? Mettiamoli a confronto!

Round 1: Esposizione e Diversificazione

SPDR ACWI IMI

Replica l’indice MSCI ACWI IMI, che copre azioni large, mid e small-cap in 23 mercati sviluppati e 27 mercati emergenti.

Offre una copertura estremamente capillare, includendo oltre 9.200 azioni.

VWCE

Replica l’indice FTSE All-World, che include circa 4.100 azioni di mercati sviluppati ed emergenti.

Copre solo azioni large e mid-cap, tralasciando le small-cap, il che riduce leggermente la diversificazione.

Verdetto: SPDR ACWI IMI vince per diversificazione, grazie all’inclusione delle small-cap.

Round 2: Costi e Commissioni

SPDR ACWI IMI

TER (Total Expense Ratio): 0,17%, molto competitivo per la vasta gamma di titoli inclusi.

VWCE

TER: 0,22%, leggermente più alto rispetto al concorrente, nonostante una minore copertura.

Verdetto: SPDR ACWI IMI vince per costi leggermente inferiori. anche se attualmente va detto che c’è il FWRA di invesco che costa 0,15%

Round 3: Liquidità e Accessibilità

SPDR ACWI IMI

Quotato su diverse borse europee e accessibile tramite le principali piattaforme di trading in Italia.

Meno conosciuto rispetto a VWCE, ma con una buona liquidità.

VWCE

Emesso da Vanguard, un nome molto popolare in Europa. Quotato su borse come Xetra, è altamente liquido e ampiamente disponibile per gli investitori retail.

Verdetto: VWCE vince per popolarità e maggiore facilità di accesso.

Round 4: Performance Storica

SPDR ACWI IMI

La performance riflette l’indice MSCI ACWI IMI, che include anche le small-cap, potenzialmente più volatili ma capaci di offrire maggiori rendimenti nel lungo periodo.

VWCE

Segue l’indice FTSE All-World, con una ponderazione leggermente maggiore verso azioni di grandi dimensioni e sviluppate. Questo può tradursi in una performance più stabile, ma meno dinamica rispetto a SPDR ACWI IMI.

Verdetto:Da quando è stato introdotto il VWCE, insieme alla sua versione a distribuzione, le small-cap non hanno brillato, come sottolinea il grande Giorgio con la sua celebre frase: “Le small-cap hanno fatto sucare.” Tuttavia, sul lungo periodo, i giochi sono ancora aperti e si vedrà se recupereranno terreno.

Round 5: Fiscalità e Distribuzione Dividendi

SPDR ACWI IMI

Accumulazione: I dividendi vengono reinvestiti automaticamente, riducendo l’onere fiscale annuale per l’investitore.

VWCE

Accumulazione: Anche in questo caso, i dividendi vengono reinvestiti, rendendolo fiscalmente efficiente per gli investitori europei.

Verdetto: Pari. Entrambi sono ETF ad accumulazione e fiscalmente efficienti in Europa.

Quale Scegliere?

SPDR ACWI IMI è ideale per chi cerca una diversificazione estrema, con una copertura globale completa che include anche le small-cap. Inoltre, il TER più basso lo rende una scelta economica a lungo termine.

VWCE, pur avendo un TER leggermente più alto e una copertura meno capillare, è estremamente popolare e offre una liquidità maggiore. La scelta perfetta per chi cerca semplicità e accessibilità.

Vi lascio un MiniGuida senza infamia e senza lode per lasciarvi le base di cosa sono gli ETF .

Avantis Global Small Cap Value UCITS ETF: Investire nei Fattori per Crescita e Valore a Lungo Termine

L’Avantis Global Small Cap Value UCITS ETF è un fondo a gestione attiva che mira a ottenere un apprezzamento del capitale nel lungo termine investendo in un portafoglio diversificato di azioni e strumenti correlati emessi da società a piccola capitalizzazione nei paesi sviluppati.

Caratteristiche principali dell’ETF:

  • Gestione Attiva: A differenza degli ETF passivi che replicano un indice, questo fondo utilizza un approccio attivo per selezionare titoli con valutazioni basse e alta redditività, con l’obiettivo di sovraperformare l’indice MSCI World Small Cap Value.
  • Diversificazione Globale: Investe in società a piccola capitalizzazione situate in mercati sviluppati di tutto il mondo, offrendo agli investitori un’esposizione ampia e diversificata.
  • Politica di Accumulazione: I dividendi generati dalle partecipazioni vengono reinvestiti nel fondo, aumentando il valore delle quote nel tempo.
  • Commissioni Competitive: Presenta un TER (Total Expense Ratio) dello 0,39% annuo, posizionandosi come una soluzione efficiente in termini di costi per gli investitori.

L’importanza dei fattori nell’investimento:

L’investimento basato su fattori, noto come “factor investing”, è una strategia che mira a identificare e sfruttare specifiche caratteristiche dei titoli che possono influenzare i rendimenti. I principali fattori considerati includono:

  • Valore (Value): Si concentra su titoli sottovalutati dal mercato, con l’aspettativa che il loro prezzo aumenti nel tempo.
  • Dimensione (Size): Predilige società a piccola capitalizzazione, che storicamente hanno mostrato un potenziale di crescita superiore rispetto alle grandi aziende.
  • Qualità (Quality): Seleziona aziende con solidi fondamentali, come bassi livelli di indebitamento e utili stabili.
  • Momentum: Investire in titoli che hanno mostrato una performance positiva recente, con l’aspettativa che questa tendenza continui.

L’Avantis Global Small Cap Value UCITS ETF integra questi fattori nella sua strategia, ponendo particolare enfasi su società a piccola capitalizzazione con valutazioni basse e alta redditività. Questo approccio mira a catturare premi di rischio associati a tali fattori, offrendo agli investitori l’opportunità di ottenere rendimenti superiori nel lungo termine.

Considerazioni finali:

Per gli investitori interessati a diversificare il proprio portafoglio con un’esposizione a società a piccola capitalizzazione nei mercati sviluppati, l’Avantis Global Small Cap Value UCITS ETF rappresenta una soluzione interessante. La combinazione di una gestione attiva focalizzata su fattori di valore e qualità, insieme a commissioni competitive, lo rende un’opzione da considerare per chi cerca opportunità di crescita nel lungo periodo.