The Case for Index Funds

The Rational Reminder 

Perché i Fondi Indicizzati Sono i Supereroi del Tuo Portafoglio: Una Guida Divertente e Convincente

Immagina di essere in un film di supereroi. Da una parte, ci sono i gestori di fondi attivi, con mantelli sgargianti, promesse di rendimenti stellari e commissioni che farebbero impallidire anche Tony Stark. Dall’altra, i fondi indicizzati, un po’ come Clark Kent: tranquilli, senza fronzoli, ma con un superpotere segreto – quello di battere la maggior parte dei loro rivali senza nemmeno sudare. Nel nostro ultimo episodio del Rational Reminder Podcast, abbiamo sviscerato il caso per i fondi indicizzati, e ora voglio portarti in un viaggio epico per capire perché questi strumenti sono il miglior amico del tuo portafoglio. Preparati, perché sarà un’avventura lunga, ma ti prometto che sarà anche divertente e illuminante!

Un Podcast, Tre Canadesi, Una Missione

Nel nostro episodio 347, io (Benjamin Felix), Dan Bortolotti e Mark McGrath – tre canadesi con una passione per la finanza sensata – abbiamo deciso di fare il punto su un argomento che ci sta a cuore: i fondi indicizzati. Non è la prima volta che ne parliamo, ma questa volta abbiamo voluto creare una guida definitiva, un po’ come il Sacro Graal degli investimenti, da condividere con chi ancora si avventura nel selvaggio west dei fondi attivi o della selezione di singole azioni. Spoiler: i fondi indicizzati vincono, e non è nemmeno una gara equilibrata.

Perché dedicare un intero episodio a qualcosa che sembra ovvio per molti investitori esperti? Beh, perché i dati ci dicono che la maggior parte delle persone, soprattutto in Canada, ancora non ha abbracciato il lato chiaro della forza. Circa l’80% degli asset in fondi comuni ed ETF canadesi è ancora investito in fondi gestiti attivamente. È come se la gente preferisse guidare una carrozza a cavalli invece di una Tesla (senza offesa per i cavalli). E poi, il mio recente video YouTube sui fondi indicizzati ha fatto il botto nei primi tre giorni, segno che c’è ancora tanta curiosità là fuori. Quindi, allacciati le cinture: ecco i sei motivi per cui i fondi indicizzati sono il tuo biglietto per la libertà finanziaria.

1. Costi Bassi: Più Soldi in Tasca, Meno al Gestore

Partiamo dal motivo più ovvio, ma anche il più potente: i fondi indicizzati costano poco. In Canada, la commissione media ponderata per un fondo indicizzato è dello 0,19%. I fondi attivi? Intorno allo 0,85% per quelli senza costi di consulenza inclusi, e fino al 2% per quelli con commissioni di distribuzione (le famose “trailing commissions” pagate ai consulenti). Tradotto: con un fondo attivo, stai pagando una cena stellata, ma ti arriva un panino al fast food.

John Bogle, il leggendario fondatore di Vanguard, lo diceva chiaro: “Negli investimenti, ottieni ciò per cui non paghi”. E Morningstar conferma: le commissioni sono uno dei migliori predittori della performance futura di un fondo. Più paghi, peggio performi. È come se il tuo gestore di fondi attivo ti dicesse: “Fidati, questo yacht lo pago io… con i tuoi soldi”.

Ma non sono solo le commissioni di gestione (MER). I fondi attivi fanno più trading, il che significa costi di transazione più alti, riportati nel Trading Expense Ratio (TER). Nei fondi indicizzati, il TER è spesso vicino allo 0%. Nei fondi attivi? Non è raro che superi le commissioni totali di un fondo indicizzato. Ho controllato diversi fondi attivi per il nostro episodio, e alcuni, specialmente quelli di nicchia con strategie esotiche come opzioni, arrivano a TER del 2-3%. Insomma, è come pagare un biglietto in prima classe per un volo che ti lascia a terra.

Un sondaggio OSC del 2022 ha rivelato che solo il 31% dei canadesi sa che i fondi indicizzati hanno costi più bassi. È un miglioramento rispetto a 10 anni fa, ma c’è ancora tanto lavoro da fare. E tu, lo sapevi?

2. Diversificazione: Non Mettere Tutte le Uova nello Stesso Paniere

Passiamo al secondo superpotere: la diversificazione. I fondi indicizzati total market possiedono migliaia di azioni, replicando un intero mercato o segmento di mercato. È come avere un buffet con ogni piatto immaginabile, invece di puntare tutto su un’unica portata (che potrebbe essere avariata). I fondi attivi, invece, per cercare di battere il mercato, tendono a concentrarsi su meno titoli – a volte molto meno.

Qui entra in gioco Hendrik Bessembinder, un professore che ha fatto tremare il mondo della finanza con i suoi studi. Dal 1926 al 2016, solo il 42,6% delle azioni USA ha avuto rendimenti superiori ai Treasury a un mese. Più del 50% ha avuto rendimenti negativi, e il 12% ha perso tutto il valore. Solo il 30,8% ha battuto il mercato. Fermati un attimo: meno della metà delle azioni ha avuto rendimenti positivi, e solo una su tre ha fatto meglio del mercato. Scegliere singole azioni o fondi attivi concentrati è come giocare alla roulette russa con il tuo portafoglio.

Con un fondo indicizzato, possiedi tutto il mercato, inclusi i pochi titoli che generano rendimenti eccezionali. Questi “unicorni” compensano le perdite degli altri, assicurandoti i rendimenti di mercato. È come se, invece di cercare l’ago nel pagliaio, comprassi tutto il pagliaio. Più semplice, no?

3. Rendimenti: Battere il Mercato? Buona Fortuna!

Il terzo punto è il colpo di grazia: i fondi indicizzati battono la stragrande maggioranza dei fondi attivi, soprattutto nel lungo periodo. Uno studio di Bessembinder (1991-2020) ha mostrato che il 54,8% dei fondi azionari USA sottoperforma l’indice S&P 500 anche prima delle commissioni. Dopo le commissioni, solo il 30,3% batte l’indice. E i dati SPIVA sono ancora più brutali: nei 20 anni fino a giugno 2024, meno del 6% dei fondi azionari USA ha superato l’S&P Composite 1500.

Perché succede? Torna l’asimmetria dei rendimenti. I fondi attivi, essendo meno diversificati, hanno più probabilità di scegliere titoli perdenti che vincenti. E poi ci sono le commissioni, che mangiano i rendimenti come un gatto con un piatto di tonno. Bill Sharpe, nel suo celebre articolo del 1991 sull’“aritmetica della gestione attiva”, lo spiega con una logica inoppugnabile: in aggregato, i fondi attivi devono sottoperformare i fondi passivi dopo i costi, perché investono nello stesso mercato, ma con spese più alte.

E non pensare che sia una novità. Già nel 1968, Michael Jensen trovò che i gestori di fondi non riuscivano a battere il mercato in media. Fama e French, in un paper molto citato, hanno confermato che, al netto delle commissioni, i fondi attivi sono un gioco a somma negativa. C’è una piccola possibilità di scegliere un fondo vincente, ma è come trovare il biglietto d’oro di Willy Wonka. Buona fortuna!

4. Efficienza Fiscale: Tieni Più Soldi, Paga Meno Tasse

Quarto superpotere: i fondi indicizzati sono campioni di efficienza fiscale. I fondi attivi, con tutto il loro trading frenetico, generano distribuzioni tassabili che riducono i tuoi rendimenti netti. In Canada, questo è un problema sia per i fondi comuni che per gli ETF, perché non abbiamo i meccanismi fiscali degli ETF americani. Uno studio ha confrontato i rendimenti prima e dopo le tasse: i fondi attivi, già penalizzati prima delle tasse, diventano un disastro relativo dopo le tasse.

Con i fondi indicizzati, il turnover è minimo, il che significa meno eventi tassabili. È come guidare una macchina ibrida invece di un SUV che beve benzina: arrivi comunque a destinazione, ma spendi meno lungo il cammino.

5. Semplicità: Investire Senza Mal di Testa

Quinto punto, spesso sottovalutato: i fondi indicizzati sono semplici. Investire in fondi attivi (o anche in fondi fattoriali) è come cercare di risolvere un cubo di Rubik mentre sei su un ottovolante. Il gestore sta facendo quello che dovrebbe? Ha perso il suo tocco magico? Il fondo è diventato troppo grande? Con i fondi fattoriali, devi preoccuparti se i fattori sono ancora rilevanti o se l’ultima ricerca di Andrew Chen ha smontato tutto.

Con i fondi indicizzati, sai esattamente cosa ottieni: il rendimento del mercato, meno commissioni prevedibilmente basse. È come ordinare una pizza margherita: niente sorprese, solo bontà garantita. Questa semplicità ti aiuta a restare disciplinato, anche quando il mercato fa i capricci. Pensa agli investitori che scelgono un fondo target date, contribuiscono regolarmente e si dimenticano di tutto: dopo 15 anni, si ritrovano ricchi, non perché sono geni, ma perché non hanno fatto pasticci.

Charlie Ellis, nel suo paper del 1975, paragona gli investimenti a un “gioco dei perdenti”. Nel tennis amatoriale, vinci facendo meno errori, non colpendo più forte. Negli investimenti, vinci semplificando e minimizzando gli sbagli. I fondi indicizzati sono il tuo allenatore personale per vincere questo gioco.

6. Teoria Finanziaria: La Scienza Sta Dalla Nostra Parte

Infine, il mio punto preferito (ok, forse non quello di Dan e Mark): i fondi indicizzati sono supportati dalla teoria finanziaria. È come avere Einstein che ti dice: “Fidati, questa roba funziona”. Harry Markowitz, con la sua teoria del portafoglio moderno negli anni ’50, ha dimostrato matematicamente perché la diversificazione è cruciale. Bill Sharpe, con il CAPM nel 1964, ha collegato rischio e rendimento atteso, mostrando che in un mercato efficiente, il portafoglio total market ponderato per capitalizzazione è quello ottimale.

Eugene Fama, con il suo lavoro sull’efficienza dei mercati, ha suggerito che i mercati sono abbastanza efficienti da comportarsi come se lo fossero. Non perfetti, ma abbastanza da rendere inutile cercare di batterli per la maggior parte degli investitori. Tutti e tre – Markowitz, Sharpe, Fama – hanno vinto il Nobel, e le loro teorie convergono su un punto: investi nel mercato tramite fondi indicizzati a basso costo, e lascia perdere le commissioni alte per cercare di fare il furbo.

Attenzione ai Falsi Amici

Prima di concludere, un avvertimento: non tutti i fondi indicizzati sono creati uguale. Oggi ci sono più indici che azioni, e molti fondi che li seguono sembrano più fondi attivi: concentrati, con alto turnover, commissioni elevate e inefficienza fiscale. Adriana Robertson, in un paper del 2019, li chiama “passivi solo di nome”. I gestori creano indici su misura per sembrare attivi, ma li vendono come indicizzati.

I fondi tematici sono i peggiori. Pensa ai fondi su cripto, AI, veicoli elettrici o – ricordi il boom della cannabis? Ho confessato nel podcast di aver messo 2000 dollari in un ETF sulla cannabis (HMMJ) nel 2017. Risultato? Un bel -30% in un anno. Dal 2017, quel fondo ha perso il 14,64% annualizzato. È un fondo indicizzato, ma non ha nulla dei superpoteri che abbiamo descritto.

Anche i fondi settoriali o l’S&P 500 da solo possono essere rischiosi. L’S&P 500 va alla grande, ma non è l’unico indice in cui investire. Per i canadesi, aggiungere esposizione internazionale e canadese è una mossa intelligente. Fortunatamente, in Canada abbiamo ETF che offrono portafogli globali diversificati a basso costo, facili da gestire.

Una Storia Che Scalda il Cuore

Per concludere, voglio condividere una storia che ci ha mandato Patricia, una nostra ascoltatrice. Qualche anno fa, suo cognato le consigliò di controllare come il marito gestiva i loro investimenti, perché prendeva rischi eccessivi. Anche il loro pianificatore li avvertì di diversificare. Patricia, che si occupava del bilancio familiare mentre il marito gestiva gli investimenti, decise di informarsi. Il pianificatore le raccomandò il nostro podcast, e dopo un paio d’anni di ascolto, trovò il coraggio di convincere il marito a cambiare strategia.

Scoprì che l’80% del loro portafoglio era in Tesla, con il resto in titoli tech. Un disastro in attesa di accadere. Grazie al podcast, passarono a fondi indicizzati diversificati, e ora sono tranquilli di non esaurire i risparmi. La storia prende una piega ancora più drammatica: a gennaio, al marito di Patricia è stata diagnosticata una forma rara di demenza, che in retrospettiva influenzava le sue decisioni da anni. Senza i cambiamenti fatti in tempo, la loro situazione finanziaria poteva essere catastrofica.

Questa storia ci ricorda perché facciamo quello che facciamo. Non si tratta solo di migliorare i rendimenti di qualche punto base; si tratta di cambiare vite. E ci mette anche una bella pressione: le persone ascoltano davvero quello che diciamo, e dobbiamo essere sicuri di dare consigli solidi.

Il Verdetto Finale

I fondi indicizzati non sono solo un’opzione intelligente; sono una rivoluzione. Costi bassi, diversificazione, rendimenti solidi, efficienza fiscale, semplicità e una base teorica inattaccabile: hanno tutto quello che serve per essere i protagonisti del tuo portafoglio. In Canada (e anche in Italia ) , siamo un po’ indietro rispetto agli americani nell’adottarli, ma spero che questo articolo (e il nostro episodio) ti abbia convinto a fare il salto.

Non cadere nella trappola di pensare che “medi” significhi “noioso”. Come dice Dan, se investi in indici con disciplina, supererai l’80-90% degli altri investitori. Non è essere medi; è essere un supereroe finanziario. E se qualcuno ti propone un fondo attivo con commissioni alte o un ETF tematico alla moda, sorridi, ringrazia e corri verso il tuo fondo indicizzato total market. Il tuo futuro te ne sarà grato.