
Ehi, parliamoci chiaro: i comportamenti umani hanno un impatto pazzesco sui mercati, e non lo dico io, ma ce lo ricorda anche Graham Witcomb nel suo Why the Dead Outperform the Living. La morale? Fare il “morto” in Borsa, evitando microaggiustamenti continui, è spesso la strategia vincente. Perché? Semplice: le commissioni ti mangiano vivo i guadagni, e quando il mercato crolla, mantenere la calma è tutt’altro che facile. Sulla carta, lo sappiamo tutti: “Non toccare nulla, lascia correre”. Ma quando ti svegli la mattina e il tuo portafoglio segna -20%, -30%, o addirittura -40%, la tua mente inizia a fare i capricci. “E se continua a scendere? E se è solo l’inizio? Magari vendo ora e rientro al minimo storico?” Spoiler: non funziona quasi mai così.
Io, per esempio, non ho ancora vissuto un vero bear market azionario da investitore. La mia avventura è iniziata nel selvaggio mondo delle cripto – sì, lo so, state già pensando: “Questo cercava il to the moon!”, e non vi biasimo. All’inizio ci credevo davvero, ero tutto gasato dopo aver letto Bitcoin Standard, sognando una finanza alternativa e utopica. Col senno di poi, non lo rifarei, ma non mi è andata malaccio, sai? Ho imparato un sacco.
Tornando al punto, ho vissuto un paio di bear market nel mondo crypto, e credimi, ho visto gente perdere cifre da capogiro. Ho provato sulla mia pelle la paura alimentata dai mass media, dai forum, da tutto l’ecosistema crypto quando il Bitcoin crollava. Non è proprio la stessa cosa del mercato azionario, lo so, ma nel mio piccolo ho messo alla prova la mia resilienza… e non era esattamente quella che pensavo di avere! Nei momenti di incertezza, quando tutto sembra andare a rotoli, ti ritrovi a pensare: “Vendo ora con un -20% o aspetto che risalga per uscire in pari?” Nel mio primo bear market crypto, non era nemmeno una questione di se vendere, ma di quando. Ero già convinto di dover mollare tutto!
Col secondo bear market, però, qualcosa è cambiato. Ero più preparato, più resiliente. Avevo capito che il mio approccio era diventato pura speculazione, quindi ho comprato mentre tutto crollava – Bitcoin, Solana – e alla fine ci ho pure guadagnato bene, uscendo quando i prezzi erano risaliti a un livello che mi sembrava ok. Ma il punto non è il guadagno. Il punto è che, quando tutto va bene, è facilissimo dire: “Se il mercato crolla, compro a sconto, pranzo gratis!” Lo senti ovunque, sia nel mondo azionario che in quello crypto, e io stesso ci sono cascato.
Poi però arriva il momento della verità: il mercato crolla davvero, i media ti bombardano con notizie catastrofiche, le aziende sembrano sull’orlo del fallimento, la disoccupazione schizza alle stelle. E lì, credimi, non è così scontato pensare: “Wow, che figata, compro a sconto!” No, no. La vera sfida è restare fermo, non vendere, ignorare il rumore di fondo. Altro che “pranzo gratis”!
Vedo su YouTube questi “analisti” con portafogli 100% azionari che fanno backtest su backtest, analizzano microefficienze, sembrano avere tutto sotto controllo. Ma la mia piccola esperienza mi ha insegnato una cosa: quando tutto va a rotoli, non contano solo le formule matematiche, l’età, l’income o il fondo d’emergenza. La parte comportamentale è cruciale. Quindi, il mio consiglio? Conosci te stesso. Cerca di capire che tipo di investitore sei davvero, e poi aggiungi un bel 20% di margine d’errore, soprattutto se non hai mai vissuto una crisi con qualche soldo in gioco. Perché, fidati, quando il mercato ti mette alla prova, non è mai come te lo eri immaginato!