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Interviste Impossibili – Meb Faber

Chi è Meb Faber?

Meb Faber è un investitore quantitativo, co-fondatore e Chief Investment Officer di Cambria Investment Management, noto per i suoi ETF a basso costo e per il podcast “The Meb Faber Show”. Ha scritto diversi libri sulla costruzione di portafogli globali, l’asset allocation e l’importanza dei costi bassi e della diversificazione. È un convinto sostenitore della gestione passiva con un tocco quantitativo e dell’educazione finanziaria accessibile a tutti.


Le 8 Domande Impossibili

1. Meb, sei noto per promuovere portafogli globali. Perché un investitore retail dovrebbe considerare un’allocazione globale invece di concentrarsi solo sul proprio paese?

Meb Faber: “La diversificazione geografica è un’assicurazione. Molti investitori sono sovraesposti al proprio mercato domestico, ma la storia mostra che nessun paese è sempre vincente. Con un portafoglio globale riduci il rischio di avere tutti i tuoi soldi nel posto sbagliato al momento sbagliato.”

2. Uno dei tuoi messaggi più ripetuti riguarda i costi bassi. Quanto contano davvero?

Meb Faber: “Sono fondamentali. Puoi controllare poche cose negli investimenti: i costi sono una di queste. Ogni punto percentuale di spesa in meno può tradursi in decine di migliaia di dollari risparmiati in una vita. Ecco perché i miei ETF hanno costi bassissimi: voglio che le persone si tengano i loro rendimenti.”

3. Per un investitore retail nel 2025, come dovrebbe apparire un portafoglio semplice e solido?

Meb Faber: “Un portafoglio base? Un mix di ETF globali a basso costo: azioni globali, obbligazioni di qualità e magari un po’ di materie prime o oro per diversificare. Poi ribilanci periodicamente, e basta. Non serve complessità estrema per ottenere risultati decenti.”

4. Sei famoso per l’approccio “trend-following”. Può funzionare anche per un piccolo investitore?

Meb Faber: “Sì, ma deve essere semplice: un paio di regole chiare, niente trading frenetico. Anche solo uscire da un mercato quando scende sotto la media mobile a lungo termine può ridurre i crolli catastrofici. Non è perfetto, ma aiuta a sopravvivere ai mercati orso.”

5. Cosa pensi delle criptovalute nei portafogli personali?

Meb Faber: “Sono un asset speculativo. Puoi metterci un piccolo pezzo del portafoglio, ma solo quello che puoi perdere senza problemi. Non devono essere il cuore della tua strategia, ma un ‘satellite’.”

6. Qual è l’errore più grande che vedi fare agli investitori retail?

Meb Faber: “Inseguire le performance. Comprare quello che è appena salito e vendere quando scende. Questo distrugge valore. La disciplina e la costanza battono l’emotività quasi sempre.”

7. Quanto conta l’educazione finanziaria?

Meb Faber: “È tutto. Investire non è complicato, ma senza educazione la gente cade in trappole costose: prodotti cari, promesse irrealistiche, truffe. Imparare i concetti base è la migliore protezione per il proprio patrimonio.”

8. Se dovessi dare un solo consiglio a un giovane investitore del 2025?

Meb Faber: “Inizia presto, investi regolarmente e mantieni bassi i costi. Non cercare scorciatoie. Il tempo è il miglior alleato, l’emotività il peggior nemico.”


Frase iconica di chiusura

“Diversifica, mantieni i costi bassi e lascia che il tempo faccia il suo lavoro.”


Conclusione – I 3 consigli chiave di Meb Faber per il 2025

  1. Portafoglio globale e semplice → riduci il rischio concentrato.
  2. Costi bassi e disciplina → controlla ciò che puoi.
  3. Educazione finanziaria continua → proteggi te stesso prima ancora del tuo denaro.

Grazie, Meb, per questa intervista impossibile e per averci ricordato che spesso, nella finanza personale, la semplicità è l’arma più potente.

Interviste Impossibili – Cliff Asness

Chi è Cliff Asness?

Cliff Asness (nato nel 1966) è co-fondatore di AQR Capital Management, uno dei più grandi hedge fund quantitativi al mondo. È noto per il suo approccio basato su dati, fattori e ricerca accademica, oltre che per la sua presenza diretta (e spesso tagliente) su Twitter, dove non ha paura di dire la sua su mercati, politica monetaria e investimenti “smart beta”.


Le 8 Domande Impossibili

1. Dottor Asness, lei è conosciuto per l’approccio quantitativo agli investimenti. Nel 2025, conta ancora o l’AI ha cambiato le regole del gioco?

Cliff Asness: “L’AI è potente, certo, ma molti la usano come fosse magia. La finanza è fatta di dati rumorosi e la gente che si innamora di ogni nuova tecnologia rischia di confondere pattern temporanei con verità eterne. In breve: sì, conta ancora l’approccio quantitativo… con un pizzico di umiltà.”

2. Lei è un sostenitore dell’investimento fattoriale. Quali fattori sono ancora validi oggi?

Cliff Asness: “Valore, Momentum, Qualità, Low Risk. Gli esseri umani sono sempre gli stessi: comprano troppo quando le cose vanno bene e svendono quando vanno male. Quindi, finché esistono emozioni umane, questi fattori funzionano. L’unico problema? Sapere quando smettono di funzionare per un po’ senza farsi prendere dal panico.”

3. Molti investitori retail si chiedono: qual è, secondo lei, un portafoglio semplice ma efficace nel 2025?

Cliff Asness: “Non è un consiglio personalizzato, ma direi: un’allocazione globale azionaria con tilt su fattori value e quality, un po’ di obbligazioni di alta qualità e magari un pizzico di strategie alternative a bassa correlazione (se a basso costo). In pratica: diversificazione, costi bassi e niente scommesse folli. E per favore: niente meme stock come core holding!

4. Cosa pensa delle criptovalute e della loro integrazione nei portafogli?

Cliff Asness: “È complicato. Hanno una correlazione bassa con le azioni… finché non crollano tutte insieme. Non dico di evitarle del tutto, ma devono essere trattate come una scommessa speculativa marginale, non come un pilastro del portafoglio.”

5. L’inflazione e i tassi variabili hanno sconvolto i mercati negli ultimi anni. È cambiato qualcosa nel suo modo di vedere le obbligazioni?

Cliff Asness: “Le obbligazioni non sono morte. Il problema è che la gente le amava troppo quando rendevano zero e le odiava quando rendevano qualcosa. Il loro ruolo di diversificatore resta fondamentale, soprattutto se hai orizzonti lunghi.”

6. Perché secondo lei molti investitori retail faticano a mantenere la disciplina?

Cliff Asness: “Perché è noioso essere disciplinati. Vendere tutto e inseguire il trend del momento è emozionante. Il vero edge dell’investitore retail non è scoprire la prossima Nvidia… è evitare di fare sciocchezze quando tutti le fanno.”

7. Qual è l’errore più grande che vede fare agli investitori nel 2025?

Cliff Asness: “Confondere popolarità con sicurezza: solo perché qualcosa è su tutti i giornali non significa che sia un buon investimento. Il secondo errore? Avere aspettative irreali: guadagnare il 15% annuo senza rischio non esiste, nemmeno su TikTok.”

8. Se dovesse dare un solo consiglio ai giovani investitori?

Cliff Asness: “Imparate i fondamentali e seguite un piano. Non è sexy, ma funziona. E per favore, leggete prima di cliccare “compra”. Nessun backtest ti protegge dalla follia se non sai cosa stai facendo.”


Frase iconica di chiusura

“La diversificazione è noiosa, ma la noia batte il panico nove volte su dieci.”


Conclusione – I 3 consigli chiave di Asness per un retail nel 2025

  1. Punta sulla semplicità: Portafoglio globale diversificato, costi bassi, niente scommesse folli.
  2. Mantieni la disciplina: Il miglior edge del retail è la pazienza, non la velocità.
  3. Studia prima di investire: Senza conoscenza, ogni portafoglio è solo un caso fortunato (o sfortunato).

Grazie, dottor Asness, per questa intervista impossibile e per averci ricordato che la noia… è spesso la strategia vincente.


Interviste Impossibili – Nassim Nicholas Taleb

Chi è Nassim Taleb?

Nassim Nicholas Taleb (nato nel 1960) è un ex trader di opzioni, matematico e filosofo, autore dei celebri libri della serie Incerto tra cui Il Cigno Nero e Antifragile. Ha reso popolare l’idea che eventi rari e imprevedibili possano avere un impatto enorme sull’economia e sulla nostra vita… e che molti “esperti” tendono a ignorarli (finché non è troppo tardi).


Le 8 Domande Impossibili

1. Professor Taleb, lei è conosciuto per la teoria del Cigno Nero. Nel 2025, dopo pandemia, guerre e crisi, dobbiamo aspettarcene altri?

Nassim Taleb: “Se non te lo aspetti, non è un Cigno Nero. Ma sì, continueranno ad arrivare. Il problema è che le persone credono che il mondo sia stabile… finché non lo è più. Io dico: non prevedere, proteggiti.”

2. Come dovrebbe un piccolo investitore difendersi dagli imprevisti?

Nassim Taleb: “Semplice: niente leva, niente debiti, niente dipendenza da un unico reddito o investimento. Tieni una parte del portafoglio molto conservativa e una piccola parte pronta a sfruttare l’imprevisto. È la strategia barbell: sicurezza da un lato, rischio controllato dall’altro.”

3. Lei è molto critico verso gli “esperti” di mercato. Perché?

Nassim Taleb: “Perché molti non hanno skin in the game: danno consigli senza pagarne le conseguenze. Il chirurgo che sbaglia va in tribunale, l’economista che sbaglia una previsione va in TV a spiegarne un’altra. Preferisco ascoltare chi rischia la propria pelle, non chi vive di grafici PowerPoint.”

4. Che ne pensa dell’attuale mania delle criptovalute e del fintech?

Nassim Taleb: “Le criptovalute dovevano essere un’alternativa al sistema finanziario… e sono diventate un casinò. La tecnologia è utile, la speculazione no. Detto questo, l’idea di decentralizzazione è interessante, ma oggi è più marketing che realtà.”

5. Quali errori vede fare più spesso agli investitori nel 2025?

Nassim Taleb: “Credere che il passato predica il futuro, avere troppa fiducia nei modelli e non considerare i costi nascosti del rischio. E soprattutto: pensare di essere più intelligenti del mercato. Il mercato non è intelligente, ma può rovinarti più velocemente di quanto tu possa imparare.”

6. Se dovesse dare un solo consiglio a chi inizia a investire oggi, quale sarebbe?

Nassim Taleb: “Proteggi la tua vita prima del tuo portafoglio: nessun debito tossico, nessun rischio che ti rovina se sbagli. Poi investi solo ciò che puoi perdere senza cambiare stile di vita. L’obiettivo non è arricchirsi in fretta, è non distruggersi lentamente.”

7. È vero che il suo concetto di “antifragilità” si applica anche alle persone e non solo agli investimenti?

Nassim Taleb: “Assolutamente. Una persona antifragile migliora con lo stress: un sistema immunitario si rafforza con gli attacchi, un corpo diventa più forte allenandosi, un’azienda diventa più solida dopo una crisi se sa imparare. Evitare ogni rischio è un rischio peggiore.”

8. Ultima domanda: cosa pensa del futuro della finanza personale?

Nassim Taleb: “Più app, più automazione… e più errori umani perché la gente pensa che un’app la protegga dalla stupidità. La finanza personale non cambia: spendi meno di quello che guadagni, evita il debito cattivo e costruisci un cuscinetto. Il resto è rumore.”


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“Non cercare di prevedere il futuro. Costruisci un futuro che non crolla quando sbagli previsione.”


Conclusione – I 3 consigli chiave di Taleb (ancora validi nel 2025!)

  1. Sii antifragile: organizza la tua vita e i tuoi investimenti in modo da beneficiare degli imprevisti.
  2. Evita la dipendenza da esperti senza rischio personale: ascolta chi mette in gioco la propria pelle.
  3. Riduci la fragilità: meno debiti, meno complessità inutile, più margine di sicurezza.

Grazie, professor Taleb, per la sua consueta franchezza e per averci ricordato che il futuro non si prevede… si costruisce. Alla prossima intervista impossibile!


Fare il Morto in Borsa? Più Facile a Dirsi che a Farsi!

Ehi, parliamoci chiaro: i comportamenti umani hanno un impatto pazzesco sui mercati, e non lo dico io, ma ce lo ricorda anche Graham Witcomb nel suo Why the Dead Outperform the Living. La morale? Fare il “morto” in Borsa, evitando microaggiustamenti continui, è spesso la strategia vincente. Perché? Semplice: le commissioni ti mangiano vivo i guadagni, e quando il mercato crolla, mantenere la calma è tutt’altro che facile. Sulla carta, lo sappiamo tutti: “Non toccare nulla, lascia correre”. Ma quando ti svegli la mattina e il tuo portafoglio segna -20%, -30%, o addirittura -40%, la tua mente inizia a fare i capricci. “E se continua a scendere? E se è solo l’inizio? Magari vendo ora e rientro al minimo storico?” Spoiler: non funziona quasi mai così.

Io, per esempio, non ho ancora vissuto un vero bear market azionario da investitore. La mia avventura è iniziata nel selvaggio mondo delle cripto – sì, lo so, state già pensando: “Questo cercava il to the moon!”, e non vi biasimo. All’inizio ci credevo davvero, ero tutto gasato dopo aver letto Bitcoin Standard, sognando una finanza alternativa e utopica. Col senno di poi, non lo rifarei, ma non mi è andata malaccio, sai? Ho imparato un sacco.

Tornando al punto, ho vissuto un paio di bear market nel mondo crypto, e credimi, ho visto gente perdere cifre da capogiro. Ho provato sulla mia pelle la paura alimentata dai mass media, dai forum, da tutto l’ecosistema crypto quando il Bitcoin crollava. Non è proprio la stessa cosa del mercato azionario, lo so, ma nel mio piccolo ho messo alla prova la mia resilienza… e non era esattamente quella che pensavo di avere! Nei momenti di incertezza, quando tutto sembra andare a rotoli, ti ritrovi a pensare: “Vendo ora con un -20% o aspetto che risalga per uscire in pari?” Nel mio primo bear market crypto, non era nemmeno una questione di se vendere, ma di quando. Ero già convinto di dover mollare tutto!

Col secondo bear market, però, qualcosa è cambiato. Ero più preparato, più resiliente. Avevo capito che il mio approccio era diventato pura speculazione, quindi ho comprato mentre tutto crollava – Bitcoin, Solana – e alla fine ci ho pure guadagnato bene, uscendo quando i prezzi erano risaliti a un livello che mi sembrava ok. Ma il punto non è il guadagno. Il punto è che, quando tutto va bene, è facilissimo dire: “Se il mercato crolla, compro a sconto, pranzo gratis!” Lo senti ovunque, sia nel mondo azionario che in quello crypto, e io stesso ci sono cascato.

Poi però arriva il momento della verità: il mercato crolla davvero, i media ti bombardano con notizie catastrofiche, le aziende sembrano sull’orlo del fallimento, la disoccupazione schizza alle stelle. E lì, credimi, non è così scontato pensare: “Wow, che figata, compro a sconto!” No, no. La vera sfida è restare fermo, non vendere, ignorare il rumore di fondo. Altro che “pranzo gratis”!

Vedo su YouTube questi “analisti” con portafogli 100% azionari che fanno backtest su backtest, analizzano microefficienze, sembrano avere tutto sotto controllo. Ma la mia piccola esperienza mi ha insegnato una cosa: quando tutto va a rotoli, non contano solo le formule matematiche, l’età, l’income o il fondo d’emergenza. La parte comportamentale è cruciale. Quindi, il mio consiglio? Conosci te stesso. Cerca di capire che tipo di investitore sei davvero, e poi aggiungi un bel 20% di margine d’errore, soprattutto se non hai mai vissuto una crisi con qualche soldo in gioco. Perché, fidati, quando il mercato ti mette alla prova, non è mai come te lo eri immaginato!

Scappati di Casa e Finanza Personale: Un Viaggio Che Cambia Tutto

Ciao, amici del portafoglio e dell’avventura! La settimana scorsa ero a Manchester, tra una pinta e un concerto epico degli Oasis (sì, sono tornati, e sì, è stato pazzesco!), quando un mio amico, nel bel mezzo di una chiacchierata infuocata in un pub, mi ha guardato e ha sparato: “Ma in Australia ci vanno solo gli scappati di casa!”. Boom. Un colpo basso, diretto a me, che dieci anni fa ho passato due anni in  Down Under. E da quell’uscita, tra una risata e un sorso di birra, è nata l’idea di questo articolo. Perché, udite udite, essere uno “scappato di casa” e gestire la propria finanza personale hanno molto più in comune di quanto pensiate!

L’Australia, gli “Scappati” e le Lezioni di Vita


Partiamo da qui: i miei due anni in Australia sono stati una delle esperienze più incredibili della mia vita. Non solo ho vissuto in un posto da sogno (canguri, spiagge infinite e barbecue ovunque), ma ho imparato a conoscere un popolo diverso, mi sono mischiato con persone di ogni angolo del pianeta e, soprattutto, ho fatto una cosa che all’inizio sembrava impossibile: qualcuno mi ha pagato per lavorare dall’altra parte del mondo, in una lingua che balbettavo a stento e in un contesto che conoscevo zero. Questa esperienza mi ha cambiato nel profondo. Mi ha reso meno superficiale, più curioso, più critico. E sapete una cosa? Mi ha anche preparato a rivoluzionare il mio approccio alla finanza personale.
Quando ho iniziato a interessarmi di soldi e investimenti, la mia testa era piena di dogmi: “La borsa? Un azzardo!”, “Investire? Ci pensa la banca con i suoi professionisti!”, “Tutto il resto? Truffe, ovviamente!”. Vi suona familiare? Beh, sorpresa: oggi ho un blog di finanza personale, quindi potete immaginare come sia andata. Spoiler: quei dogmi sono crollati uno dopo l’altro, come castelli di carte sotto un ventilatore.

Essere “Scappati di Casa” È un Superpotere

Quello che voglio dirvi oggi è semplice: non lasciate che vi chiamino “scappati di casa” come se fosse un insulto. Anzi, fatene un vanto! Uscire dalla vostra comfort zone, che sia per viaggiare, studiare o lavorare all’estero, è come aprire una finestra su un mondo nuovo. È un modo per mettere in discussione i pregiudizi, per crescere, per imparare. E, credetemi, questo approccio è fondamentale anche nella finanza personale.
Pensateci: la finanza personale è un viaggio, un’avventura lunghissima che sfida la vostra conoscenza, i vostri impulsi e, a volte, anche la vostra pazienza. Proprio come quando atterri in un paese sconosciuto e devi capire come muoverti, anche gestire i tuoi soldi richiede curiosità, studio e un po’ di coraggio. Informarsi, leggere, ascoltare podcast, seguire canali YouTube affidabili (come il blog del grande Nomadic Samuel che tra capital efficiency e nomadismo, è il  guru dei  backpackers) è essenziale per costruire un portafoglio che non solo funzioni, ma che rispecchi chi siete. Perché, alla fine, nel nostro portafoglio vediamo riflessi noi stessi: le nostre scelte, i nostri sogni, il nostro modo di affrontare il mondo.

Il Pericolo dei Pregiudizi e dei “Fondivendoli”


E qui arriva il bello. Spesso mi capita di parlare di finanza con amici, parenti o colleghi, e ho notato una cosa: chi giudica tutto e tutti senza approfondire – che sia un’esperienza di vita o un investimento – spesso è lo stesso che si affida ciecamente a un consulente “fondivendolo” (citando il leggendario Mr. Rip). Sapete, quelli che ti rifilano fondi con spese al 2-3% o obbligazioni “esotiche” che sembrano uscite da un film di fantascienza, senza che tu sappia nulla di quello che possiedi. E poi, dopo anni di performance deludenti, vengono da te – lo “scappato di casa” – a chiedere consigli.

Non fraintendetemi: non è una rivincita personale. Ma quando vedo situazioni del genere, sono sempre più convinto che la strada che ho scelto sia quella giusta. Ho sbagliato, ho comprato “mondezza” finanziaria (chi non l’ha fatto?), e probabilmente sbaglierò ancora. Ma la differenza è che sono i miei errori, con i miei soldi e le mie scelte. E questo, amici, fa tutta la differenza del mondo.

Il Viaggio È la Ricompensa


Quindi, lasciate che vi chiamino “scappati di casa”. Viaggiate, esplorate, uscite dal vostro guscio. Non pensate mai di essere i migliori o che il vostro mondo sia l’unico che conta. La finanza personale, proprio come un’avventura all’estero, è un viaggio che vi insegna a dubitare, a imparare, a crescere. Non abbiate paura di mettere in discussione ciò che vi è stato inculcato, che sia un pregiudizio su un paese lontano o un dogma sugli investimenti. Studiate, informatevi, e costruite un portafoglio che sia vostro, non quello che vi rifila il primo “professionista” di turno.
E la prossima volta che qualcuno vi dà dello “scappato di casa”, sorridete e pensate: “Sì, magari lo sono. Ma sono uno scappato che sa dove vuole andare”. E magari, tra una pinta e una chiacchierata in un pub, gli raccontate di come il vostro viaggio – nella vita e nella finanza – vi stia portando lontano.
Alla prossima avventura, scappati di casa! 

Interviste Impossibili – Benjamin Graham

Chi è Benjamin Graham?

Benjamin Graham (1894–1976), conosciuto come il “padre dell’investimento value”, è l’uomo che ha insegnato a generazioni di investitori a guardare ai mercati con razionalità, tra cui un certo Warren Buffett. È l’autore di The Intelligent Investor, libro amatissimo… soprattutto dagli scaffali delle librerie.


Le 8 Domande Impossibili

1. Professor Graham, partiamo dal mito: chi è esattamente questo “Mr. Market” di cui parlate spesso?

Benjamin Graham: “Mr. Market è il tuo socio immaginario che ogni giorno ti propone di comprare o vendere la sua quota di affari a prezzi folli. È lunatico: un giorno è euforico e ti chiede cifre assurde, il giorno dopo è depresso e te la regala quasi gratis. Il punto è ignorare i suoi sbalzi d’umore e comprare quando è disperato, non quando è in festa. In pratica… è Twitter con un portafoglio.”

2. Il suo libro The Intelligent Investor è definito “il libro più famoso ma meno letto della storia degli investimenti”. È vero?

Benjamin Graham: “Ah, dolorosamente vero. Molti lo comprano, lo fotografano per Instagram e poi lo usano come fermaporta. Ma chi lo legge davvero capisce che non è un manuale di trucchi veloci: è un invito alla pazienza, alla disciplina e all’uso del cervello. Doti rare, oggi come allora.”

3. Siamo nel 2025: ETF, trading da smartphone e meme stock ovunque. Cosa ne pensa?

Benjamin Graham: “Direi che Mr. Market è diventato iperattivo e connesso a Wi-Fi 6. Ma il principio non cambia: valutazione razionale, margine di sicurezza e diversificazione. Se compri azioni perché vanno di moda su TikTok, beh… stai invitando Mr. Market a gestire anche il tuo conto corrente.”

4. Inflazione, tassi altalenanti, crisi geopolitiche… Come investirebbe lei oggi?

Benjamin Graham: “Un 50% in azioni solide e 50% in obbligazioni di alta qualità, ribilanciando ogni anno. È noioso? Certo. Ma preferisco noioso e ricco piuttosto che eccitante e… povero.”

5. Ha mai ceduto alla tentazione di un investimento assurdo? Tipo Bitcoin?

Benjamin Graham: “Non direi Bitcoin, ma una volta ho comprato un’azienda di telefoni a manovella quando tutti passavano ai modelli a disco. Ero giovane. Se fossi vivo oggi, forse avrei un paio di Dogecoin, giusto per sentirmi parte della follia. Ma come dicevo ai miei studenti: specula solo con soldi che puoi permetterti di perdere senza piangere troppo.”

6. In molti oggi investono in ETF tematici (tecnologia spaziale, robotica, energie pulite). È coerente con il suo concetto di “investimento intelligente”?

Benjamin Graham: “Se l’ETF è ben diversificato e i costi sono bassi, può avere senso. Ma attenzione: non comprate un tema solo perché è di moda. I temi passano, le valutazioni restano. L’intelligente investitore non insegue i razzi… li valuta con calma prima di salirci sopra.”

7. Che consigli darebbe ai giovani che iniziano a investire nel 2025, magari con pochi risparmi?

Benjamin Graham: “Due parole: disciplina e pazienza. Investire poco ma regolarmente è meglio che aspettare di essere ricchi per cominciare. E sì, anche un ETF globale con 50 euro al mese è già un passo avanti rispetto a chi aspetta ‘il momento giusto’. Il tempo nel mercato è più importante del market timing.”

8. Come vede il ruolo dell’educazione finanziaria oggi, in un mondo dove tutti possono investire con un’app in pochi secondi?

Benjamin Graham: “È fondamentale. La tecnologia ha reso l’accesso agli investimenti più semplice che mai, ma non ha reso le persone più sagge. Un click può farti comprare un’azione… o rovinarti se non sai cosa stai facendo. Senza educazione finanziaria, la facilità diventa un’arma a doppio taglio.”


La frase iconica di chiusura

“Ricorda: il mercato è tuo servitore, non il tuo capo. E sì, leggi quel libro, almeno la Prefazione.”


Conclusione – I 3 consigli chiave di Graham (valdi anche nel 2025!)

  1. Non seguire la folla: Mr. Market può essere simpatico, ma è lunatico. Mantieni la calma.
  2. Investi con disciplina e pazienza: Anche piccole somme, investite regolarmente, fanno la differenza.
  3. Studia prima di cliccare: La conoscenza è l’unico vero margine di sicurezza nell’era del trading veloce.

Grazie, professor Graham, per questa chiacchierata impossibile ma ricca di spunti reali. Alla prossima intervista impossibile!


Vanguard LifeStrategy ETF: La Tua Scorciatoia per Investire con Stile (e Senza Sforzo)!

Hai mai sognato un investimento che fa tutto da solo, ti fa risparmiare e ti porta in giro per i mercati globali? Ecco, i Vanguard LifeStrategy UCITS ETF sono proprio quel biglietto di prima classe per il mondo della finanza, senza bisogno di essere un guru di Wall Street! In questo post ti spiego come funzionano, cosa c’è dentro e perché quel trucchetto del look-through cost accounting ti fa risparmiare un bel po’ di soldini. Pronti? Si parte!

Come Funzionano? Facile Come Bere un Caffè!

I LifeStrategy ETF di Vanguard sono come un frullato d’investimenti: metti dentro un po’ di azioni, un pizzico di obbligazioni, shakeri tutto e… voilà! Hai un portafoglio diversificato, pronto all’uso. Nati in Europa a fine 2020, sono perfetti per chi vuole investire senza passare le giornate a studiare grafici. Ecco il succo:

  • Quattro gusti per tutti i palati: Puoi scegliere tra 20/80 (super prudente, con tante obbligazioni), 40/60, 60/40 o 80/20 (per i più temerari, con più azioni). C’è un mix per ogni vibe!
  • Ribilanciamento automatico: Dimentica il mal di testa di aggiustare il portafoglio. Vanguard lo fa per te, gratis, tenendo tutto in equilibrio come un giocoliere.
  • Costi da outlet: Con un TER (costo annuo) dello 0,25%, sono tra i più economici in circolazione. Più soldi restano in tasca tua!
  • Diversificazione galattica: Un solo ETF ti dà accesso a oltre 20.000 titoli (ok, circa 8.800 senza doppioni), da New York a Tokyo, passando per Milano.

Ah, e anche se sono fondi di fondi, non immaginarti qualcosa di complicato o poco liquido: restano ETF armonizzati UCITS, quotati in borsa e facili da comprare e vendere come qualsiasi altro ETF.

Perfetti per i PAC (e per la Pace Mentale)

Perfetti per chi vuole un piano di accumulo (PAC) o un investimento “metti e dimentica”, questi ETF sono come il tuo migliore amico che ti ricorda di investire bene. Li trovi in versione ad accumulazione (i dividendi si reinvestono da soli) o a distribuzione (ti pagano un dividendo ogni sei mesi).

Cosa C’è Dentro? Un Minestrone di Titoli Globali!

Ok, ma cosa c’è in questo frullato finanziario? I LifeStrategy sono fondi di fondi, cioè ETF che investono in altri ETF Vanguard a replica fisica (niente trucchi, solo titoli veri). Prendiamo il LifeStrategy 60% Equity (60% azioni, 40% obbligazioni) come esempio:

Lato azioni (60%):

  • ETF come il Vanguard FTSE All-World o il FTSE Emerging Markets ti portano in giro per i mercati globali, dai colossi USA alle promesse dei mercati emergenti.
  • Geografia: circa 52% USA, 6% Francia, 5% UK, 5% Germania e Giappone, 4% Italia… un vero tour mondiale!
  • Settori: un po’ di tech (9%), finanza (7%), beni di consumo (5%) e via dicendo.

Lato obbligazioni (40%):

  • ETF come il Vanguard Global Aggregate Bond o il EUR Eurozone Government Bond includono titoli di stato, obbligazioni societarie e persino bond USA (ma con copertura in euro, così il cambio non ti fa brutti scherzi).

Tutto ben bilanciato per darti stabilità, con un occhio alla protezione dal rischio valuta.

In pratica, con un solo ETF hai un pezzetto di migliaia di aziende e obbligazioni in tutto il mondo. Però, occhio: c’è una bella fetta di USA, quindi se vuoi più “sapore internazionale”, potresti voler bilanciare con altro.

Look-Through Cost Accounting: Il Trucco per Risparmiare Alla Grande

Ora arriva la parte succosa: cos’è questo look-through cost accounting e perché ti fa sorridere il portafoglio?

In due parole, è il modo in cui si calcolano i costi di un fondo, considerando anche quelli dei fondi sottostanti. Ma con i LifeStrategy, Vanguard fa una magia:

  • Un solo costo, grazie!: Il TER dello 0,25% è tutto ciò che paghi. I costi degli ETF sottostanti non vengono conteggiati due volte. Vanguard, gestendo internamente tutti gli ETF coinvolti, riesce a internalizzare i costi. Niente doppie spese, niente fregature.
  • Perché è un affare?: In altri fondi di fondi, pagheresti i costi del fondo principale più quelli dei sottostanti. Qui, invece, Vanguard ti dice: “Tranquillo, ci pensiamo noi”.
  • Filosofia Vanguard: Questa mossa rispecchia l’anima di Vanguard, che mette gli investitori al primo posto (grazie, John Bogle!).

Insomma, con i LifeStrategy paghi poco e investi tanto. È come ordinare una pizza margherita e scoprire che te la fanno pagare come un trancio!

Attenzione alla Fiscalità (per Chi Vive in Italia)

Piccola chicca extra per chi investe da qui: i Vanguard LifeStrategy, essendo ETF armonizzati UCITS domiciliati in Irlanda, sono fiscalmente efficienti per i residenti italiani, soprattutto in regime amministrato. Niente brutte sorprese, tutto regolare con l’Agenzia delle Entrate.

Pro e Contro: Il Bicchiere Mezzo Pieno (e Mezzo Vuoto)

✅ Perché amarli:

  • Semplicità da divano: Un ETF, un portafoglio, zero stress.
  • Costi da applausi: 0,25% annuo e niente extra nascosti.
  • Ribilanciamento gratis: Come avere un maggiordomo finanziario.
  • Perfetti per i PAC: Anche con 50 euro al mese, sei in pista.

⚠️ Occhio a…:

  • Poca flessibilità: L’allocazione è fissa, non puoi fare il DJ con il mix.
  • Tanta America: Se vuoi più Europa o emergenti, potresti sentirne la mancanza.
  • Liquidità in crescita: Sono ETF giovani, quindi gli spread possono essere un po’ più alti, anche se il patrimonio gestito e il volume stanno crescendo costantemente.

In Breve: Perché Sceglierli?

I Vanguard LifeStrategy ETF sono come un navigatore GPS per i tuoi investimenti: ti portano a destinazione senza dover studiare la mappa. Con un costo fisso dello 0,25%, una diversificazione pazzesca e il trucco del look-through cost accounting, sono una scelta top per chi vuole investire senza complicazioni.

Certo, non sono perfetti per tutti (se vuoi personalizzare tutto, forse non fanno per te), ma per un portafoglio solido e a prova di sbatti, sono una bomba.

Bill Ackman: Strategie, Filosofia e un Portafoglio Ispirato al Genio dell’Investimento Attivo

Nel mondo della finanza, pochi nomi risuonano con la stessa forza di Bill Ackman. Fondatore di Pershing Square Capital Management, Ackman è uno degli investitori più noti e controversi del nostro tempo. Con un patrimonio netto stimato di circa 9 miliardi di dollari e un fondo che gestisce oltre 12 miliardi, Ackman ha dimostrato di saper generare rendimenti straordinari, superando spesso il mercato. Ma chi è davvero Bill Ackman? Come investe? Qual è la sua filosofia? E, soprattutto, come possiamo trarre ispirazione dal suo approccio per costruire un portafoglio di investimento? In questo articolo, esploreremo la vita, la strategia e il pensiero di Ackman, proponendo un modello di portafoglio che riflette il suo stile per i lettori del nostro blog di finanza personale.

Chi è Bill Ackman?

William Albert Ackman, nato l’11 maggio 1966 a Chappaqua, New York, è cresciuto in una famiglia benestante con un padre attivo nel settore immobiliare. La sua formazione accademica è di prim’ordine: si è laureato magna cum laude ad Harvard e ha conseguito un MBA presso la Harvard Business School. Queste credenziali gli hanno aperto le porte del mondo della finanza, ma è stato il suo talento unico e la sua audacia a trasformarlo in una leggenda.

Ackman ha fondato Pershing Square Capital Management nel 2003, con un capitale iniziale di 54 milioni di dollari, di cui una parte significativa proveniva dal suo patrimonio personale. Il fondo, che prende il nome da una storica piazza di New York, si è rapidamente imposto come uno dei più influenti nel panorama degli hedge fund, grazie alla sua strategia di investimento attivista e al focus su un portafoglio altamente concentrato.

La carriera di Ackman non è stata priva di controversie. È noto per le sue battaglie pubbliche con aziende e altri investitori, come il celebre scontro con Carl Icahn su Herbalife, dove Ackman ha perso oltre un miliardo di dollari scommettendo contro la società. Tuttavia, i suoi successi, come gli investimenti in Canadian Pacific Railway e Chipotle, hanno generato miliardi di profitti, consolidando la sua reputazione.

Oltre alla finanza, Ackman è un filantropo impegnato. Nel 2016 ha aderito al Giving Pledge, promettendo di donare la maggior parte della sua ricchezza a cause benefiche, in particolare nell’istruzione e nella riforma scolastica. La sua trasparenza e la volontà di condividere le sue idee lo rendono una figura unica nel mondo degli investimenti.

La Filosofia di Investimento di Bill Ackman

La filosofia di investimento di Ackman si basa su un mix di value investing (investimento di valore) e attivismo. Influenzato dal classico di Benjamin Graham, The Intelligent Investor, Ackman ha adattato i principi del value investing al suo stile unico, aggiungendo un approccio proattivo che lo distingue da investitori come Warren Buffett. Ecco i pilastri fondamentali del suo pensiero:

1. Concentrazione del Portafoglio

A differenza di molti gestori di fondi che diversificano ampiamente, Ackman crede nel potere di un portafoglio concentrato. Il suo fondo detiene tipicamente tra 8 e 15 posizioni, con le prime 7 che rappresentano spesso oltre l’80% del valore totale del portafoglio. Ackman sostiene che “non ci sono molte grandi opportunità di investimento in un dato momento” e che concentrarsi sulle migliori idee massimizzi i rendimenti. Questo approccio, però, comporta una maggiore volatilità, il che richiede una forte convinzione nelle scelte effettuate.

2. Investire in Aziende Semplici e Dominanti

Ackman cerca aziende che siano semplici da comprendere, con modelli di business prevedibili e flussi di cassa stabili. Preferisce società con posizioni dominanti nel loro settore, dotate di un moat (vantaggio competitivo) che le protegga dalla concorrenza. Esempi includono Chipotle, con il suo marchio forte nel settore della ristorazione, e Alphabet, leader nella ricerca online e nella pubblicità digitale.

3. Attivismo: Cambiare per Creare Valore

Ciò che rende Ackman unico è il suo ruolo di investitore attivista. Quando investe in una società, non si limita a comprare azioni: acquista partecipazioni significative (spesso tra il 5% e il 20%) per influenzare la gestione. Può spingere per cambi di management, ristrutturazioni operative o decisioni strategiche come fusioni e acquisizioni. Un esempio emblematico è il suo investimento in Canadian Pacific Railway, dove ha orchestrato un cambio di CEO, portando a un aumento del valore delle azioni da 49 a 220 dollari in pochi anni.

Certamente! Il punto 4 del paragrafo “La Filosofia di Investimento di Bill Ackman” riguarda l’orizzonte di lungo termine e può essere riformulato per essere più chiaro, conciso e incisivo, mantenendo il significato originale. Ecco una versione migliorata:

4. Prospettiva di Lungo Termine

Nonostante il suo attivismo, Ackman adotta una visione di lungo periodo. Una volta identificata un’azienda di qualità con un forte potenziale di crescita, è disposto a mantenerla in portafoglio per anni, anche di fronte a volatilità di mercato a breve termine. Questo approccio riflette la sua fiducia nella capacità delle aziende ben gestite di generare valore nel tempo, come dimostrato dai successi con investimenti come Chipotle e Canadian Pacific, detenuti per oltre un decennio.

5. Ricerca Approfondita e Contrarianismo

Ackman è noto per la sua ricerca meticolosa. Prima di investire, analizza bilanci, rapporti annuali, conference call e persino rumors di mercato. Questo gli consente di identificare opportunità sottovalutate o di scommettere contro aziende che ritiene sopravvalutate, come nel caso di Herbalife. Il suo approccio contrarian lo porta a investire in società ignorate dal mercato o in difficoltà temporanee, come Nike dopo un calo del 20% nel 2024.

6. Gestione del Rischio Asimmetrico

Ackman cerca investimenti con un profilo di rischio-ricompensa asimmetrico, dove il potenziale di guadagno supera di gran lunga il rischio di perdita. Questo approccio lo ha portato a successi come l’investimento in General Growth Properties, dove ha trasformato un investimento di 60 milioni in 1,6 miliardi durante la crisi finanziaria.

7. Trasparenza e Comunicazione

A differenza di molti gestori di hedge fund, Ackman è estremamente trasparente. Condivide pubblicamente le sue tesi di investimento attraverso presentazioni dettagliate, interviste e post sui social media. Questa apertura non solo rafforza la sua credibilità, ma ispira anche investitori retail a studiare le sue mosse.

Come Investe Bill Ackman: Il Processo

Il processo di investimento di Ackman è rigoroso e strutturato:

  1. Identificazione delle Opportunità: Cerca aziende con fondamentali solidi ma sottovalutate, spesso in settori come la ristorazione (Chipotle, Restaurant Brands International), l’immobiliare (Howard Hughes Holdings), i trasporti (Canadian Pacific Kansas City) o la tecnologia (Alphabet).
  2. Analisi Approfondita: Il suo team di otto analisti conduce ricerche esaustive, valutando il modello di business, la gestione, il posizionamento competitivo e il potenziale di crescita.
  3. Acquisto di Posizioni Significative: Ackman acquista grandi partecipazioni per avere influenza sulla gestione aziendale. Ad esempio, ha aumentato la sua posizione in Nike di 13 milioni di azioni nel 2024, scommettendo sulla ripresa del marchio.
  4. Attivismo (se Necessario): Se ritiene che l’azienda possa migliorare, interviene attivamente. Tuttavia, Ackman ha dichiarato nel 2024 di voler ridurre il suo ruolo attivista, preferendo collaborare con gestioni già competenti.
  5. Gestione a Lungo Termine: Una volta investito, Ackman mantiene le posizioni per anni, capitalizzando sulla crescita del valore intrinseco dell’azienda.

Il Portafoglio di Ackman: Uno Sguardo Recente

Per comprendere meglio il suo approccio, analizziamo il portafoglio di Pershing Square al quarto trimestre del 2024, basato sui filing 13F:

  • Brookfield Corp (BN): 15,89% del portafoglio, una società di gestione patrimoniale con esposizione a immobili, infrastrutture ed energia rinnovabile.
  • Restaurant Brands International (QSR): 11,88%, proprietaria di Burger King, Tim Hortons e Popeyes.
  • Howard Hughes Holdings (HHH): 11,50%, sviluppatore immobiliare.
  • Alphabet Inc (GOOG/GOOGL): 11,39%, leader tecnologico.
  • Nike Inc (NKE): 11,26%, gigante dell’abbigliamento sportivo.
  • Chipotle Mexican Grill (CMG): Una delle sue posizioni storiche, ridotta leggermente nel 2024.
  • Hilton Worldwide Holdings (HLT): Esposizione al settore dell’ospitalità.
  • Canadian Pacific Kansas City (CP): Operatore ferroviario.
  • Seaport Entertainment Group (SEG): Una nuova posizione nel settore dell’intrattenimento.
  • Hertz Global Holdings (HTZ): Una recente scommessa sul noleggio auto.
  • Uber Technologies (UBER): Una nuova posizione annunciata nel 2025, con oltre 2 miliardi di dollari investiti.

Questo portafoglio riflette il focus di Ackman su marchi forti, settori stabili e opportunità di crescita a lungo termine, con un mix di crescita (Alphabet, Uber) e valore (Brookfield, Hilton).

Caratteristiche del Portafoglio

  • Concentrazione: 10 posizioni, con il 65% del capitale nelle prime 5.
  • Settori: Tecnologia (23%), Ristorazione (22%), Ospitalità/Trasporti (18%), Finanza (8%), Beni di consumo (7%), Immobiliare/Infrastrutture (10%).
  • Orizzonte Temporale: 5-10 anni, con revisioni annuali.
  • Rischio: Moderato-alto, a causa della concentrazione, ma bilanciato dalla qualità delle aziende.

Consigli per gli Investitori Retail

  • Ricerca: Dedica tempo a studiare ogni azienda, leggendo bilanci e seguendo le notizie di mercato.
  • Pazienza: Non lasciarti influenzare dalle fluttuazioni a breve termine.
  • Diversificazione Relativa: Anche se Ackman concentra, un investitore retail dovrebbe mantenere almeno 10-15 posizioni per ridurre il rischio.
  • Costo: Usa ETF o piattaforme a basse commissioni per minimizzare i costi.
  • Monitoraggio: Segui le mosse di Ackman attraverso i filing 13F o le sue dichiarazioni pubbliche per aggiornare il portafoglio.

Critiche e Limiti dell’Approccio di Ackman

Nonostante i successi, l’approccio di Ackman non è privo di critiche:

  • Volatilità: Un portafoglio concentrato è più vulnerabile a perdite significative, come dimostrato dal caso Herbalife.
  • Rischio Attivista: Gli investitori retail non possono replicare il suo attivismo, che spesso guida i rendimenti.
  • Accesso al Capitale: Ackman opera con miliardi, il che gli consente di influenzare le aziende. Un investitore medio non ha questa leva.
  • Errori Passati: Investimenti come Valeant e J.C. Penney hanno causato perdite rilevanti, mostrando che anche Ackman non è infallibile.

Conclusione: Cosa Possiamo Imparare da Bill Ackman

Bill Ackman è molto più di un investitore: è un visionario che combina analisi rigorosa, coraggio e un approccio proattivo per creare valore. La sua filosofia ci insegna l’importanza di concentrarsi sulla qualità, fare ricerche approfondite e mantenere una visione di lungo termine. Sebbene il suo stile attivista sia difficile da replicare per gli investitori retail, il suo focus su aziende dominanti e sottovalutate può ispirare chiunque voglia costruire un portafoglio solido.

Il modello di portafoglio proposto in questo articolo è un punto di partenza per chi desidera emulare Ackman, ma con un occhio alla prudenza. Ricorda: investire come Ackman richiede disciplina, pazienza e una tolleranza al rischio più alta della media. Segui le sue mosse, ma adatta il suo approccio alle tue esigenze e al tuo profilo di rischio.

Finanza Personale Semplificata: Taglia il Superfluo con Occam

Il Rasoio di Occam: Come Semplificare la Tua Finanza Personale

Immagina di trovarti davanti a una scrivania piena di carte, estratti conto, app di investimento che ti bombardano di notifiche e consigli contrastanti su come gestire i tuoi soldi. Ti senti sopraffatto, confuso, e magari ti chiedi: “Ma davvero devo complicarmi la vita così tanto per gestire le mie finanze?”. La risposta, secondo un principio filosofico vecchio di secoli, potrebbe essere un secco “no”. Parliamo del Rasoio di Occam e di come questo strumento di pensiero può rivoluzionare il tuo approccio alla finanza personale, rendendolo più semplice, efficace e, soprattutto, alla portata di tutti.

Cos’è il Rasoio di Occam?

Il Rasoio di Occam prende il nome dal filosofo medievale Guglielmo di Occam, che sosteneva un principio tanto semplice quanto potente: “Non bisogna moltiplicare gli enti oltre il necessario”. In parole povere, quando devi scegliere tra diverse spiegazioni o soluzioni per un problema, quella più semplice è spesso la migliore, a patto che spieghi adeguatamente i fatti.

Questo principio, nato in un contesto filosofico, si rivela incredibilmente utile in molti ambiti della vita moderna, inclusa la finanza personale. In un mondo dove siamo bombardati da strategie d’investimento complesse, guru finanziari che promettono ricchezza facile e strumenti che sembrano usciti da un film di fantascienza, il Rasoio di Occam ci invita a fare un passo indietro e a puntare sulla semplicità.

Perché la semplicità è la chiave nella finanza personale?

La finanza personale può sembrare un labirinto: fondi indicizzati, criptovalute, trading algoritmico, polizze assicurative, piani pensionistici… la lista è infinita. Ma il problema non è solo la complessità: è che spesso ci lasciamo sedurre dall’idea che “più complicato” equivalga a “più efficace”. Spoiler: non è così.

Secondo il Rasoio di Occam, se una strategia finanziaria semplice funziona bene, non c’è motivo di complicarla con alternative più intricate che non garantiscono risultati migliori. La semplicità non solo riduce lo stress, ma ti permette anche di mantenere il controllo, evitare errori costosi e concentrarti su ciò che conta davvero: i tuoi obiettivi di vita.

Come applicare il Rasoio di Occam alla tua finanza personale

Ecco alcuni modi pratici per usare il Rasoio di Occam e semplificare la gestione dei tuoi soldi:

  1. Definisci obiettivi chiari e semplici
    Invece di perderti in mille sogni finanziari vaghi (“Voglio essere ricco!”), definisci obiettivi specifici e realistici: risparmiare 10.000 euro in 5 anni per acquistare un auto, estinguere il mutuo in 10 anni, o costruire un fondo di emergenza di 6 mesi di spese. Obiettivi chiari ti aiutano a evitare distrazioni e a scegliere strumenti finanziari essenziali, senza inseguire mode o promesse irrealistiche.
  2. Riduci il numero di conti e strumenti
    Hai davvero bisogno di tre conti correnti, due carte di credito, un’app per il trading e un’altra per i micro-investimenti? Probabilmente no. Consolidare i tuoi conti (ad esempio, un conto corrente principale e un conto di risparmio) e limitarti a pochi strumenti finanziari affidabili ti permette di risparmiare tempo, ridurre le commissioni e tenere tutto sotto controllo. Un fondo indicizzato a basso costo, ad esempio, può essere sufficiente per investire a lungo termine, senza bisogno di complicati portafogli multi-asset.
  3. Automatizza le decisioni ripetitive
    Il Rasoio di Occam ci insegna a eliminare ciò che è superfluo. Invece di rimuginare ogni mese su quanto risparmiare o investire, configura bonifici automatici verso un conto di risparmio o un piano di accumulo (PAC). Automatizzare le decisioni finanziarie riduce il rischio di errori emotivi, come spendere troppo o investire in preda al panico.
  4. Scegli investimenti semplici e trasparenti
    Il mondo degli investimenti è pieno di prodotti complessi: derivati, fondi hedge, criptovalute esotiche. Ma spesso, la soluzione più semplice è anche la più efficace. Ad esempio, i fondi indicizzati (ETF) che replicano l’andamento di un mercato (come l’S&P 500) hanno costi bassi, rischi diversificati e performance solide nel lungo periodo. Perché complicarsi la vita con strategie speculative che richiedono ore di studio e monitoraggio?
  5. Ignora il rumore di fondo
    Ogni giorno, i social media, le newsletter e i notiziari finanziari ti spingono a “fare qualcosa” con i tuoi soldi: compra questo, vendi quello, investi nell’ultima moda. Il Rasoio di Occam ti invita a ignorare il rumore e a concentrarti sui fondamentali: spendi meno di quanto guadagni, risparmia regolarmente e investi in modo disciplinato. Il resto? È solo distrazione.
  6. Fai pace con il “buono abbastanza”
    La ricerca della strategia finanziaria perfetta può paralizzarti. Il Rasoio di Occam ci ricorda che non serve trovare la soluzione ottimale, ma una che funzioni bene con il minimo sforzo. Un piano di risparmio semplice, anche se non è il massimo in termini di rendimenti, è meglio di un piano complicato che non riesci a seguire.

Un esempio pratico: il budget minimalista

Prendiamo il budgeting, un classico della finanza personale. Potresti scaricare un’app con 50 categorie di spesa, monitorare ogni centesimo e passare ore a ottimizzare. Oppure, puoi applicare il Rasoio di Occam e adottare la regola del 50/30/20:

  • 50% delle entrate per le necessità (affitto, bollette, cibo).
  • 30% per i desideri (hobby, viaggi, svago).
  • 20% per risparmi e investimenti.

Questa regola è semplice, facile da ricordare e funziona per la maggior parte delle persone. Non è perfetta, ma è efficace, e questo è ciò che conta.

I benefici di un approccio minimalista

Adottare il Rasoio di Occam nella finanza personale non significa essere pigri o rinunciare a opportunità. Al contrario, significa liberare tempo ed energie per ciò che davvero conta: la tua famiglia, i tuoi hobby, la tua crescita personale. Un approccio semplificato ti aiuta a:

  • Ridurre lo stress: meno decisioni da prendere, meno ansia.
  • Evitare errori: la complessità aumenta il rischio di scelte sbagliate.
  • Mantenere la costanza: un piano semplice è più facile da seguire nel tempo.
  • Risparmiare denaro: meno strumenti e strategie significano meno commissioni e costi nascosti.

La sovraottimizzazione: quando il “perfetto” diventa nemico del “buono”

Dall’altra parte dello spettro c’è la sovraottimizzazione, un approccio che nasce dal desiderio di spremere ogni centesimo di rendimento o efficienza dalle tue finanze. È l’idea che esista sempre una strategia migliore, un investimento più redditizio, un’app più avanzata. La sovraottimizzazione si manifesta in comportamenti come:

  • Monitorare ossessivamente i mercati per cogliere il momento “perfetto” per investire.
  • Aprire molteplici conti bancari o piattaforme di investimento per diversificare all’eccesso.
  • Passare ore a confrontare fondi con differenze di commissioni dello 0,01%.
  • Provare ogni nuova moda finanziaria, dalle criptovalute agli NFT, per paura di “perdere un’opportunità”.

Sebbene l’intenzione sia lodevole – chi non vuole massimizzare i propri risultati? – la sovraottimizzazione ha un costo elevato: tempo sprecato, stress, maggiore rischio di errori e, spesso, rendimenti non proporzionali allo sforzo. Peggio ancora, può portare alla paralisi decisionale, dove l’ossessione per la perfezione ti impedisce di agire.

meno è più

Il Rasoio di Occam ci insegna che la semplicità non è un compromesso, ma una superpotenza. Nella finanza personale, dove le emozioni, le distrazioni e le complicazioni sono sempre in agguato, puntare su soluzioni chiare e lineari può fare la differenza tra il caos e il successo. Quindi, la prossima volta che ti senti sopraffatto dalle tue finanze, fermati e chiediti: “Qual è la soluzione più semplice che funziona?”. Probabilmente, è proprio quella giusta.

Tail Risk – A Quick Guide

Da un po’ di tempo ho iniziato a includere ETF di “Tail Risk” nei miei portafogli, in particolare TAIL nel portafoglio modello e TAIL, CAOS e BTAL nel mio portafoglio personale. Considerando le attuali condizioni di mercato, sembra un momento propizio – o forse il peggiore, se non hai ancora investito – per fare un breve riepilogo. Se non sei ancora investito, potrebbe essere troppo tardi per questo ciclo.

Protezione contro i rischi estremi

Jason Buck spiega che le strategie di protezione contro i rischi estremi si basano su tre elementi, di cui puoi sceglierne solo due: convessità, perdita costante e certezza.

  • Convessità: quanto rende la strategia quando i mercati azionari subiscono un forte ribasso. Maggiore è la convessità, minore è l’allocazione necessaria, poiché genera più rendimento per unità di capitale.
  • Perdita costante (bleed): quanto perde la strategia quando i mercati sono tranquilli.
  • Certezza: la strategia funzionerà quando i mercati crolleranno?

Ad esempio, l’ETF TAIL offre convessità e certezza, ma a scapito di una perdita costante elevata.

CAOS è l’ETF di Alpha Architect per il rischio estremo; in realtà, Alpha Architect è solo il fornitore di ETF white-label, mentre il motore del prodotto è gestito da Arin Risk Advisors. CAOS ha alta convessità e bassa perdita costante, ma il prezzo da pagare per questa caratteristica è una certezza non totale. Immaginalo come un tentativo di market timing: il fondo non offre lo stesso livello di protezione in ogni momento, ma acquista “assicurazioni” solo quando il prezzo è conveniente (in realtà, è un mix di acquisto e vendita di assicurazioni).

BTAL è il fondo AGF US Market Neutral Anti-Beta. L’obiettivo di BTAL è fornire un’esposizione costantemente negativa al beta del mercato azionario statunitense. Lo fa investendo principalmente in posizioni lunghe su azioni USA a basso beta e posizioni corte su azioni USA ad alto beta, in modo neutrale rispetto al dollaro e all’interno dei settori. BTAL offre alta certezza e bassa perdita costante, ma non ha convessità.

Come gestire il rischio estremo

Gestire la protezione contro i rischi estremi è come gestire un’assicurazione: può essere complicato. Pagare i premi (la perdita costante) quando non succede nulla riduce i rendimenti del portafoglio. Cercare di anticipare il mercato, però, è rischioso: potresti ritrovarti senza protezione proprio quando ne hai più bisogno.

Analizziamo ora il funzionamento di questi ETF e come utilizzarli efficacemente.

CAOS

Parto da CAOS perché c’è poco da dire.

La strategia dietro CAOS era precedentemente gestita come fondo comune con ticker AVOLX, ma purtroppo PortfolioVisualizer ha rimosso AVOLX dal suo database e TestFol.io non lo ha mai avuto, quindi niente backtest.

Per quel che vale, CAOS ha mostrato buone performance dal suo lancio. Rispetto a una semplice riduzione dell’esposizione ad asset rischiosi (ovvero investire in liquidità), il vantaggio è evidente: CAOS è liquidità CON assicurazione. Forse troppo bello per fidarsi ciecamente, ma merita almeno una piccola allocazione. AVOLX ha dimostrato caratteristiche simili con un track record di 10 anni: questo è rassicurante.

Se vuoi il meglio di entrambi i mondi, la strategia consiste nell’indebitarsi e investire nella protezione contro i rischi estremi. Se riesci a mantenere il costo del prestito vicino al tasso privo di rischio, puoi ottenere i rendimenti completi dai tuoi asset rischiosi (senza sacrificare spazio nel portafoglio, grazie alla leva) e avere un’assicurazione per quando le cose vanno male. La performance di CAOS rispetto a CASHX mostra come funziona in pratica. La bellezza di questa strategia, se continua a performare come in passato, è che non devi fare market timing: basta ribilanciare di tanto in tanto, come faresti con un portafoglio tradizionale.

BTAL

Quello che ho appena scritto è probabilmente più facile da capire nel seguente backtest che utilizza BTAL.

NON STO CONSIGLIANDO DI PRENDERE IN PRESTITO IL 20% E INVESTIRLO TUTTO IN BTAL! Ho usato questa percentuale elevata solo per rendere i risultati più “visibili”. Puoi ottenere un beneficio anche con una percentuale inferiore (ovviamente).

Aggiungere BTAL riduce la volatilità e migliora il rapporto di Sharpe del portafoglio, anche con un costo di prestito dell’1% sopra il tasso di liquidità. Non c’è bisogno di fare market timing o altri aggiustamenti: basta aggiungere BTAL e lasciarlo lavorare. Se pensi che il miglioramento sia modesto, ti direi che è comunque una “gestione del rischio gratuita”. Ma cosa succede se il giocattolo si rompe? È una domanda rilevante. Sto raccogliendo centesimi aggiustati per il rischio davanti a un rullo compressore? La parte corta della strategia può sempre esplodere per ragioni indipendenti dalla strategia stessa: fare short è più complesso che comprare un asset, serve un proprietario disposto a prestarti i titoli a un prezzo ragionevole. A giugno 2020, dopo il crollo del mercato azionario, BTAL è sceso per qualche giorno, per poi riprendersi subito. Questo rischio esiste sempre, ma credo valga la pena correrlo, specialmente con un’allocazione inferiore al 10%.

TAIL

Con TAIL ho provato a replicare una strategia più vicina al market timing, per diverse ragioni. TAIL è una protezione di “primo intervento”: funziona quando i mercati crollano velocemente. Non funziona in un declino graduale come quello del 2022; per questi scenari, ho altri strumenti nel portafoglio, come fondi che seguono il trend.

La strategia descritta nel backtest di TestFol.io ribilancia quando gli elementi del portafoglio si discostano del 30% o più dall’allocazione iniziale. Ho usato questo per simulare ciò che faccio nella realtà, ma in modo più graduale. Quando il mercato è giù del 20%? Inizio a pensare di incassare. Giù del 30%? Cerco di riscuotere l’assicurazione, non di ribilanciarla. In teoria, vorrei essere fuori da TAIL quando tocchiamo il fondo. In pratica? Sarai sempre un po’ in ritardo o un po’ in anticipo. Io preferisco essere in anticipo.

Qui il ribilanciamento è un filo sottile. Farlo troppo spesso è morte per mille tagli. Aspettare troppo a lungo significa perdere il guadagno. C’è una zona di equilibrio perfetta. La maggior parte delle persone ribilancia perché ama fare qualcosa. Qui non si tratta di questo. Si tratta di vendere quando l’offerta per l’assicurazione è al massimo. Vendere il panico.

TAIL aiuta solo in pochi scenari. La maggior parte del tempo? È una perdita costante. Ma è l’assicurazione per le altre assicurazioni – CAOS, BTAL. È la terza ruota, e non quella divertente. Statisticamente è il peggiore. Eppure, è quello che vuoi quando le cose vanno davvero male. Tipo, “telefoni fuori servizio, qual è il mio NAV?” male.

Se c’è una chiamata di margine – non uso molta leva, ma comunque – TAIL è probabilmente l’unico pezzo in positivo. Non “vincente”, ma meno peggio. Questo conta. Avere qualcosa in verde quando tutto il resto sanguina ti dà tempo. Ti dà chiarezza. E tempo e chiarezza sono costosi quando stai perdendo.

La maggior parte del tempo, sembra un peso morto. Ma quando serve? Serve davvero.

La parte che potrebbe farti esplodere la testa

Queste considerazioni valgono per l’investitore generico. In Svizzera, posso dedurre le spese per interessi dal mio reddito. Questo significa che posso acquistare questo tipo di assicurazione gratis e spingere un po’ di più sulla leva; oppure, guardandola da un’altra prospettiva, posso ottenere lo stesso rendimento del tuo portafoglio non leveraggiato con una volatilità inferiore.

Articolo originale di Nicola Protasoni :https://theitalianleathersofa.com/tail-risk-a-quick-guide/